Più rischi che vantaggi ad oggi: le reazioni ai facebook coin di Libra

Grandi banche centrali, organismi di controllo, istituzioni, mondo politico, ma anche aziende, associazioni e figure di riferimento nel mondo dell’innovazione tecnologica, della blockchain, degli exchange e delle cryptocurrency: l’umore e le prese di posizione che hanno accolto il progetto di Libra Association

Pubblicato il 25 Giu 2019

Libra

Se Zuckerberg e soci si attendevano una reazione di globale entusiasmo, a questo punto avranno già fatto i conti con una certa delusione. L’annuncio dell’imminente (metà 2020) lancio di Libra, la criptocurrency del mondo Facebook – emanazione di un consorzio del quale il social network rappresenta uno dei 28 attori in gioco – presentata al mondo pochi giorni fa con un white paper dai toni futuristi e visionari, ma apertamente rassicuranti in termini programmatici, non ha raccolto l’accoglienza che forse Libra Association immaginava. Se va infatti detto che le impressioni non sono globalmente univoche e fanno spazio anche a qualche esultanza, resta il fatto che le prime prese di posizione del mondo della finanza si distinguono per un velo di generalizzato scetticismo. La ragione? I possibili rischi. Mentre gli ideatori pensano alla nuova valuta digitale come a un viatico popolare verso servizi finanziari fino ad oggi inaccessibili a molti, per i governatori delle Banche centrali e i principali addetti ai lavori del settore Libra potrebbe invece trasformarsi in uno strumento estraneo ad ogni controllo, preda papabile addirittura per la criminalità.

Banche centrali e Governi:  verso Libra prevale lo scetticismo

Dopo la Bank of England, prima ad intervenire con le parole del Governatore Mark Carney (leggi la nota e guarda il video sulle reazioni del governatore della Bank of England sulla critpomoneta di facebook) ad esprimere prudenza è stato in questi giorni anche Jerome Powell, Presidente della Federal Reserve degli Stati Uniti, che in una conferenza stampa  trasmessa su PBS NewsHour ha spiegato che “la società moderna non è ancora pronta a sostituire il denaro tradizionale con criptovalute”, motivo per cui “la banca centrale non teme che la moneta Libra possa compromettere il suo controllo dell’economia”. “Le nostre aspettative dal punto di vista normativo, della sicurezza e della generale solidità del prodotto sono molto alte”, ha ribadito Powell sulla scia di Carney, ricordando che, a conti fatti, la nuova arrivata potrebbe comunque presentare interessanti casi di utilizzo.

In video la presa di posizione del Presidente della Federal Reserve USA su Libra

WATCH: Fed Chair Jerome Powell set to discuss interest rates

WATCH: Fed Chair Jerome Powell set to discuss interest rates

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La Francia perplessa su Libra

Bruno Le Maire, Ministro francese dell’Economia e delle Finanze, si è unito al coro affermando (Leggi  QUI il servizio di Cointelegraph ) che la valuta di Facebook “non può e non deve” diventare una moneta sovrana. A suo avviso Libra sfida infatti la sovranità dei governi, dal momento che possiede attributi che “dovrebbero rimanere nelle mani degli Stati e non passare ad aziende private, che rispondono ad interessi privati”. Alla luce di ciò, Le Maire ha chiesto alle Banche centrali dei Paesi del G7 di produrre in tempi brevi un rapporto che faccia chiarezza sulla nuova valuta, ponendo garanzie contro i potenziali usi distorti che potrebbero derivarne.

Una posizione che si avvicina a quella espressa da Maxine Waters, membro democratico del Comitato per i Servizi finanziari della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, che ha chiesto (Leggi  QUI il servizio sempre di Cointelegraph) l’interruzione del progetto finché “gli organi di regolamentazione non avranno avuto l’opportunità di esaminare potenziali problematiche e prendere una decisione a riguardo”.

Su Libra pesa anche il tema della gestione dei dati

A giustificare un tale scetticismo non sarebbero tanto le caratteristiche della moneta, quanto più l’affidabilità di Facebook, che “ha ripetutamente dimostrato di ignorare la protezione e l’uso attento dei dati che possiede su miliardi di persone”. E se è vero che le parole di Waters rappresentano solo una posizione del Congresso che non si è ancora convertita in una decisione effettiva, è altrettanto appurato che Facebook, come gli altri giganti digitali, suscita non poche perlessità presso i rappresentanti politici del suo Paese. Democratici o repubblicani che siano.

Sul tema anche la Russia si è espressa con toni estremamente critici: Anatoly Aksakov, portavoce del Comitato sul mercato finanziario della Duma, ha affermato infatti che nel Paese Libra non sarà legalizzata. La moneta digitale è infatti vista nell’ex Urss come “una minaccia al sistema finanziario nazionale”.

In Australia Libra deve affrontare una digital payment platform molto efficiente

Secondo Philip Lowe, Governatore della Reserve Bank of Australia, la criptovaluta di Facebook potrebbe anche non ottenere il successo sperato. In un resoconto su Libra (leggi QUI il servizio di Bloomberg) , Lowe spiega infatti che “dovrà passare parecchia acqua sotto i ponti prima che la proposta di Facebook diventi qualcosa che utilizziamo ogni giorno”. “Sono presenti parecchi ostacoli normativi – ha aggiunto – e l’azienda deve essere certa che esistano delle solide applicazioni commerciali”. Non solo. “Da parecchio tempo – ha concluso Lowe – sono convinto che questo genere di criptovalute non potrebbe avere successo in Australia, in quanto abbiamo un sistema per pagamenti elettronici molto, molto efficiente, che consente ai nostri cittadini di portare a termine bonifici bancari in appena cinque secondi conoscendo soltanto il numero di telefono del destinatario”.

Libra in Italia trova attenzione e prudenza

“Si sta creando una situazione destinata ad avere conseguenze drammatiche. Di fatto società come Facebook e Amazon si stanno sostituendo alle grandi banche internazionali, senza che le banche centrali, le autorità di controllo e gli Stati battano un colpo”. A lanciare il campanello di allarme è stato nei giorni scorsi Paolo Savona, presidente della Consob, intervistato dal Sole 24 Ore sul tema proprio di Libra Coin. “Oggi si assiste alla sottovalutazione di un fenomeno che creerà gruppi onnipotenti e monopolisti – ha proseguito Savona -, impossibili da riportare sotto controllo. Inoltre, se le banche perdono i sistemi di pagamento sono finite. La verità è che si stanno creando nuove monete per i traffici internazionali”.

Dal canto suo, il Garante per la Privacy Antonello Soro ha invece ricordato che con Libra e i suoi simili “rischiamo di consegnare un’ampia fetta dei nostri diritti a un pugno di monarchie digitali, fondate sul potere dei dati”. Aggiungendo poi che “anche il sistema blockchain non è così sicuro come viene presentato, ma evidenza anzi molte possibili criticità”.

Il rapporto tra Libra e le banche nell’analisi di Valeria Portale dell’Osservatorio Blockchain

Il direttore degli Osservatori Innnovative Payments e Blockchain & Distribuited Ledger del Politecnico di Milano Secondo Valeria Portale, osserva questa operazione anche dal punto di vista della nuova competizione nel mondo finance e banking. Libra non è da interpretare come una forma di competizione diretta al sistema bancario, anche se il mondo bancario “non può certo stare a guardare“.

Nello specifico l’analista osserva che il “social network e Libra Association esprimono attenzione e interesse a dare vita a forme di collaborazione con gli attori del mondo dei pagamenti digitali che sono peraltro molto ben rappresentati nel gruppo dei membri dell’associazione dove sono presenti nomi come Visa Mastercard, PayPal, Stripe“.

Le banche non possono stare a guardare, anche perché gli assetti del mercato cambiano anche per gli effetti della normativa PSD2 che apre le porte a nuovi attori ”. Leggi il servizio completo sull’analisi di Valeria Portale

Nel caso di Libra gli organi di controllo si trovano a gestire problemi nuovi con strumenti vecchi

“E’ una application arrivata quasi prima del previsto della profezia di Goethe: i biglietti alati voleranno più in alto di quanto la fantasia umana, per quanto si sforzi, possa raggiungerli. Nel caso, i biglietti alati sono le “Libre” di Facebook”. L’ex Ministro dell’Economia Giulio Tremonti riprende il filone inaugurato con il suo libro “Le tre profezie” (ed. Solferino) per interpretare il quadro finanziario e sociale che si va aprendo con la neonata di casa Facebook. L’economista spiega che, proprio in virtù della profezia, “il sovrano non deve estrarre l’oro che c’è nel sottosuolo, perché gli appartiene di diritto, e può semplicemente dire che c’è e tutti gli daranno fiducia: in questo modo accetta i prezzi di carta che vengono così a incorporare la sua parola e dà vita a una magia che permetterà di creare ex nihilo una ricchezza di tipo nuovo, immateriale e infinita, come nel libero volo dei biglietti alati”. Una metafora che, calata nei tempi presenti, assume contorni non del tutto rassicuranti: “A seguire il dictum della Corte Europea che ha sdoganato i Bitcoin come valuta sorella dell’euro – fa notare Tremonti – non mi pare sia un buon punto di partenza. Nessuna critica, ma l’impressione è che per suo conto la BCE sia costretta a gestire problemi nuovi con strumenti vecchi”. “Le cause dell’origine della crisi non sono state rimosse – spiega -, il tasso di rischio crisi si è nel frattempo accumulato. Questo il limite della politica che c’è stata e c’è ancora”. E quindi che cosa possono fare le banche? “Per evitare un drammatico spiazzamento del sistema bancario – chiosa Tremonti –  per esempio perché non mettere l’Iva su Libra? Sarebbe un caso in cui dalle clausole di salvaguardia uscirebbe qualcosa di buono”.

Aziende e operatori più positivi su Libra

L’annuncio della nascita di Libra non poteva passare inosservato neppure agli occhi degli attori privati. Ed è qui che l’idea ha riscosso gli entusiasmi più convinti e le reazioni meno scettiche. “Libra non compete contro alcuna blockchain aperta, pubblica, priva di permessi e confini, neutrale e resistente alle censure, ma competerà certamente contro le banche centrali e periferiche. Sarà uno spettacolo molto divertente cui assistere”, ha affermato il “vate” del mondo Bitcoin Andreas Antonopulos.

Positivo anche il feedback di Changpeng Zhao, CEO di Binance, tra i maggiori exchange mondiali di criptovalute e Bitcoin, il quale ha affermato di intravedere potenzialità positive dall’arrivo di Libra sul mercato (leggi QUI il suo Tweet) ha incitato i Paesi ad incoraggiare le loro maggiori realtà tech a produrre moneta propria quale strumento di crescente influenza nazionale.

Eric Voorhees, CEO dell’exchange ShapeShift, considera l’arrivo di Libra una pietra miliare nello sviluppo del settore. “Osservate le cose con una prospettiva più ampia – ha twittato – e pensate a quanto lontano è arrivata questa industria. Le maggiori realtà mondiali stanno lanciano criptovalute. BOOM”.

Tempi ancora acerbi per comprendere il reale impatto dell’arrivo di Libra sugli utenti finali. Ma un sondaggio effettuato su Twitter da Gabor Gurbacs di VanEck profila un quadro non del tutto favorevole alla novità: ben il 79% degli intervistati sarebbe infatti scettico nei confronti di Libra, in rapporto alle banche tradizionali. Un dato in ogni caso significativo fino a un certo punto, considerato che a rispondere sono state non già di 3600 persone (leggi QUI il servizio).

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