Supply chain sempre più hi-tech: a trainare blockchain e AI

Per trovare le soluzioni migliori ai problemi di logistica, gestione del reso, rapporti con i partner e tracciabilità le aziende si affidano al digitale, che può rendere i processi più efficienti e contribuire al contenimento dei costi

Pubblicato il 15 Nov 2019

blockchain

Le nuove tecnologie acquistano un ruolo sempre pi centrale nella gestione della catena distribuzione delle aziende, e possono contribuire in modo significativo alla razionalizzazione dei processi e al contenimento dei costi. E’ quanto emerge dalla ricerca “Supply Chain Hot Trends 2019” realizzata da EyeferTransport, società specializzata nella business intelligence e nell’industria dei traporti, secondo cui le aziende dovrebbero conoscere ogni step della catena di distribuzione e tutte le realtà coinvolte, ma la maggior parte delle volte non è così, anche a causa della diversità di linguaggio tra i sistemi delle diverse realtà coinvolte dalla supply chain.

Tutte le aziende coinvolte nella supply chain sono concordi su quai siano le maggiori cirticità, a partire da costi, logistica, resi, gestione delle lamentele, aspettative di consegna, creazione di esperienze simili ovunque, rapporto con i partner, raccolta dati dall’estero, tracciamento dei movimenti. Ad amplificare quelle difficoltà c’è l diffusione sempre più ampia dell’e-commerce, che nei prossimi 5 anni arriverà a rappresentare il 40% delle vendite totali, e che richiede un servizio di customer experience sempre più efficiente e un potenziamento dei settori della logistica e dei trasporti. A partire dall’ultimo miglio, che rappresenta la preoccupazione più grande per il 61,7% del campione. A soccorrere le imprese in questo contesti di criticità ci sono, secondo la ricerca, le nuove tecnologie, a partire da blockchain, digitalizzazione, intelligenza artificiale e analisi predittiva.

Blockchain

Questo sistema garantisce l’autenticità di transazioni, scambi, relazioni ed è applicabile in ogni settore che utilizzi il digitale, anche se al momento le industrie che ne fanno maggiore uso sono quelle farmaceutica, food & beverage, automotive e abbigliamento. Secondo il rapporto di eft le aziende per ora sono ancora ben lontane dall’aver implementato questa tecnologia, mentre la maggior parte attualmente sta ancora cercando di capire come applicarla e quali vantaggi trarne. Nel settore della logistica e dei trasporti la blockchain può migliorare i sistemi di automazione, tracciabilità e sicurezza.

Digitalizzazione

Consente alle aziende di cambiare in corsa i processi a seconda delle richieste dei clienti. Nel settore logistico, però, la maggior parte delle aziende non ha ancora sistemi in grado di fare questo: solo il 40,4% delle aziende intervistate ha detto di possedere sistemi flessibili. Uno strumento innovativo è il cosiddetto DFM (Digital Freight Matching), una piattaforma digitale – in genere un’app – che usando il GPS abbina la richiesta del cliente (di spedire la merce) con l’offerta del corriere (la capacità dei camion). In questo modo si ottimizzano i trasporti, evitando che i camion viaggino vuoti, con conseguenti benefici anche sul traffico e sull’ambiente.

Intelligenza artificiale

E’ la tecnologia che avrà effetti maggiori sull’industria nei prossimi 5 anni. Le sue applicazioni sono molteplici, ma quelle che stanno avendo un maggiore impatto sulla nostra vita sono legate alla voce. Come gli assistenti virtuali e i chatbot, che oggi si trovano dappertutto, non più solo dentro ai nostri smartphone. Nonostante le aziende siano ancora lontane dall’utilizzarla, l’intelligenza artificiale nella supply chain ha diverse applicazioni: può essere usata per studiare i percorsi più brevi durante i trasporti, evitando il traffico e usando meno benzina, oppure per decidere il posizionamento e il movimento delle scorte nel magazzino. Grazie all’AI i robot potranno muoversi autonomamente, grazie a sensori e IoT e, in futuro, anche le consegne potranno essere svolte da veicoli e camion con guida autonoma.

Predictive Analytics

Oggi alle aziende è ormai chiaro che la concorrenza si fa con i big data, più che con i prezzi e i servizi offerti. Ma per essere utili, per fare previsioni, i dati devono essere utilizzati bene: non è più sufficiente immaginare cosa succederà il prossimo mese o trimestre. Grazie all’AI e alle analisi predittive i dati sono in grado di fornire proiezioni sul lungo periodo – fino a 5 anni, indicando quali mercati o canali di distribuzione di espanderanno o si contrarranno, aiutando così a pianificare le strategie e le risorse.

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