Cloud e Blockchain al servizio dei CFO e delle imprese

A colloquio con Alessandro Evangelisti, Finance & Supply Chain Cloud Evangelist in Oracle Italia sui temi dell’innovazione digitale per le imprese e sulle soluzioni pensate per “aumentare” la capacità di azione delle imprese e dei CFO in particolare

Pubblicato il 25 Mar 2019

Alessandro Evangelisti, Finance & Supply Chain Cloud Evangelist in Oracle Italia

Se pensiamo a una “normale” giornata di lavoro di un Chief Financial Officer ci possiamo rendere conto di quante informazioni e quanti dati influenzino oggi ogni più specifica e singola decisione. Se riflettiamo su quanto e come sono cambiati i dati, in termini di quantità e qualità nel corso di pochi anni, ci si rende conto che la trasformazione digitale è una rivoluzione davvero radicale, soprattutto per gli uffici finance delle imprese e delle organizzazioni. Non è affatto un caso che per questa professione si sia arrivati a coniare la definizione di Augmented CFO (vedi servizio Augmented CFO: dai Big Data agli analytics alla Blockchain come cambia la funzione AFC ), nel rispetto di una aumentata capacità di azione legata espressamente e specialmente alla conoscenza che arriva dai dati. Una prospettiva questa che per tante imprese, anche per quelle di minori dimensioni, sta diventando realtà grazie alle possibilità e agli sviluppi applicativi offerti dal Cloud.

Cloud come principale “abilitatore”

In questa necessità di aumentare la capacità di azione del CFO, un ruolo speciale è svolto dal Cloud primariamente, come abilitatore e da fattori come la blockchain, che come è ormai ben noto, è chiamata a svolgere un ruolo che non si limita al solo ambito finance, come emerge dai dati dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger 2019 infatti, che vedono il Finance come l’ambito che più di tutti sta utilizzando le potenzialità della blockchain, ma è ormai seguito da settori che esprimono una grande vitalità, come la logistica, la supply chain, l’agrifood, il manufacturing (vedi servizio: Osservatorio Blockchain 2019: progetti in crescita del 76%, Italia a quota 150).

Per approfondire le opportunità del digitale Blockchain4Innovation ha incontrato Alessandro Evangelisti, Finance & Supply Chain Cloud Evangelist in Oracle Italia, partendo dagli sviluppi legati alla capacità di “aumentare” la capacità di azione dei CFO per vedere come i “registri distribuiti” possano contribuire alla trasformazione digitale di imprese ed organizzazioni.

Le capability fondamentali

Le prospettive delle digital transformation e della blockchain, in particolare per le imprese, trovano nel Cloud un abilitatore in grado di ampliare il raggio d’azione in termini di accessibilità, flessibilità e scalabilità Cloud. Come mette in evidenza Evangelisti, per avere un quadro delle nuove possibilità offerte dal digitale ai CFO,è importante portare l’attenzione alle 4 capability fondamentali che si possono acquisire grazie all’utilizzo delle tecnologie emergenti che possono “passare” dal Cloud:

  • Possibilità e opportunità di effettuare nuove forme di automazione
  • Nuove prospettive di elaborazione dati finalizzate ad esempio alla individuazione di nuovi insight in tempo quasi reale, ovvero la comprensione dei fenomeni (anche esterni all’azienda) che influenzano le performance obiettivo del business
  • Creazione di nuovi strumenti ad alto impatto economico finanziario, basate sulla conoscenza, anche al servizio di altre funzioni aziendali
  • creare sistemi in grado di eseguire interi processi amministrativi ed operativi in maniera automatica e programmatica nelle relazioni con clienti e partner

Il ruolo dell’Automazione per attività e processi a minor valore

La possibilità di portare nuove forme di efficienza e di controllo è un obiettivo che può essere raggiunto grazie alla possibilità di introdurre soluzioni per l’automazione. Evangelisti, a questo proposito, mette in evidenza che una delle prime attività, direttamente collegate al business – nel caso specifico dei CFO – riguarda la possibilità di rendere automatiche alcune delle attività più “ripetitive”. Ad esempio, a livello di amministrazione e contabilità, quando a ogni chiusura periodica si compiono le stesse operazioni. Il Cloud di Oracle è in grado di fornire soluzioni che permettono di creare un’automazione dei processi intelligente, con un utilizzo dei dati per l’analisi e l’interpretazione delle attività e per definire tempi e priorità. Le soluzioni permettono di raccogliere informazioni e dati, di analizzarli, di definire una mappatura logica delle azioni e una loro interpretazione che a sua volta consente di attivare dei modelli per rendere più efficiente la gestione di tutte le operazioni.

Il punto, come mette in evidenza Evangelisti, è che oggi, grazie al cloud e alle applicazioni disponibili, non è più necessario disporre di un data scientist per attuare delle prime forme di automazione intelligente. Alcune delle casistiche più classiche fanno già parte dei sistemi. Si può già considerare di utilizzare la capacità dei sistemi stessi di imparare dalla gestione delle operazioni ordinarie, per acquisire conoscenza e per aumentare la precisione nelle operazioni e nella gestione dell’automazione.

Un altro bell’esempio di automazione, che arriva dall’utilizzo dell’AI, riguarda la possibilità di un’”interfaccia utente” più evoluta che non costringa l’utente stesso a conoscere in dettaglio le funzionalità dei tool e dei sistemi, ma che gli consenta di dialogare, anche in linguaggio naturale, con un’interfaccia pronta ad adattarsi e a comprendere il suo linguaggio e il suo comportamento.

Portare “intelligenza” in azienda anche in modalità “Pay-per-Use”

Evangelisti ricorda anche le altre capability che aumentano la capacità di azione del CFO. Oltre naturalmente all’automazione per cui, grazie al Cloud di Oracle, “si può creare una process automation intelligente”, si può permettere alle funzioni Finance di impostare processi intelligenti grazie all’utilizzo di algoritmi di Machine Learning  – o apprendimento automatico – per effettuare la raccolta dei dati, la modellizzazione e l’analisi. Evangelisti ricorda poi l’importanza di poter utilizzare questi strumenti quando servono, con facilità di accesso e scalabilità, grazie alle modalità “pay-per-use” offerte dal Cloud.

“L’aspetto più interessante della questione è che non si richiede al CFO di essere necessariamente esperto, né di dovervi ricorrere per tenere sotto controllo la situazione”.

Accanto all’automazione c’è poi la capacità di “scoperta” e individuazione del dato che conta o meglio delle informazioni che contano. La “forza” del Cloud è quella di permettere di fare la cosiddetta discovery praticamente in tempo reale, riducendo drasticamente l’intervallo che di solito intercorre tra il processo sul dato, l’analisi e la creazione di insight in grado di diventare azioni. Su questo punto agisce l’Intelligent Performance Management di Oracle con la capacità di creare, ad esempio, correlazioni tra le variabili per migliorare i modelli interpretativi aziendali e quindi guidare le azioni dell’intera organizzazione in tempo reale.

Automazione e Intelligenza servono anche per arrivare ad avere un impatto su tutte le funzioni aziendali. “La forza del digitale, osserva Evangelisti, consiste anche nella capacità di mettere il CFO nella condizione di portare i vincoli economici e finanziari all’interno delle altre funzioni, in modo automatico, ovvero senza bisogno di forzarne l’adesione”.  Quando la capacità di impatto è consolidata ed estesa, l’azienda, grazie alla visione dei dati che arriva dal finance, è posta nella condizione di sviluppare nuovi modelli e nuove logiche che includono la forza innovativa di fattori come IoT e Blockchain.

Come trasformare i dati in valore

La vera sfida di oggi non è più solo quella di fare meglio le attività correnti, di aumentare la velocità di esecuzione e di ridurre i rischi di errore; la sfida è anche nella capacità di disporre di un sistema che acceleri e faciliti la creazione di insight di facile derivazione. Uno dei vantaggi competitivi del Cloud arriva proprio dalla capacità di attuare delle soluzioni in grado di mettere a disposizione delle informazioni utili al momento giusto, sulla piattaforma di accesso giusta. Si tratta, in altre parole, di sistemi in grado di fornire i dati necessari al business, ovunque, in tempo reale e su qualsiasi dispositivo. Nel caso del CFO si parla di soluzioni che possano accelerare e aumentare la capacità del tipico processo di discovery in azienda, con i dati che si raccolgono, che si processano, e che permettono di individuare le variabili sulle quali concentrare l’attenzione. In questo modo si possono analizzare con più velocità e precisione le informazioni rilevanti così come le possibilità di errore e sempre con maggiore precisione si può arrivare all’interpretazione del dato. Grazie al Cloud e a queste soluzioni si può pensare oggi di avvicinare alla realtà una delle principali “ambizioni” di un Augmented CFO, ovvero quella di accelerare l’esecuzione dei processi riducendo il tempo necessario da diversi giorni a pochi minuti.

Creare “impatto”: il Finance come servizio per tutte le aree di business

Prima di arrivare ad affrontare le opportunità che arrivano dalla blockchain occorre precisare che, attraverso Cloud e AI, si possono governare in modo diverso le priorità legate a tutte le dimensioni del finance e si può strutturare un piano di “automazione” – come abbiamo visto – che permetta di integrare il modello finanziario ed economico all’interno delle soluzioni operative. Si possono cioè concretizzare soluzioni che siano in grado di comprendere la posizione finanziaria, la liquidità in azienda, l’analisi dei fornitori recuperando e analizzando informazioni utili (come può essere ad esempio il pagamento anticipato) ad avere un migliore risultato economico e un controllo preciso e in tempo reale dei risultati e degli effetti delle varie azioni di tutta l’area finance, sia in forma diretta sia in forma indiretta.

La programmabilità della blockchain

Le opportunità dell’Automazione possono a loro volta essere “aumentate” dalle possibilità legate alla “programmabilità” della Blockchain. In particolare, se guardiamo a uno scenario che utilizza sempre di più la tecnologia Internet of Things e che moltiplica la disponibilità di dati, la blockchain può permettere di sviluppare forme di automazione programmatica partendo dalla caratteristica fondamentale che prevede la creazione di asset digitali unici all’interno di ledger distribuiti. Il mondo finance, in particolare, può contare su forme di innovazione basate sulla blockchain che permettono di agire su 4 ambiti in particolare nella gestione di asset digitali:

Grazie alla blockchain si possono tracciare i passaggi di custodia dei beni, si può assicurare e determinare la proprietà, si può valutare, gestire e programmare l’assunzione del rischio e si può gestire il trasferimento dei valori monetari nel contesto di uno scambio commerciale. Grazie poi all’integrazione ad esempio con soluzioni ERP, la blockchain può seguire il tracking dei beni, del valore monetario, del monitoraggio dei rischi e gestire la loro relazione attuando delle forme di programmazione. Una delle grandi opportunità della blockchain è proprio nella possibilità di integrare e fare programmazione a livello di logiche di business. E si può portare a questo proposito un forte miglioramento a livello di processi di back-office.

Le prospettive di Oracle per la blockchain in Cloud

Evangelisti osserva che Oracle segue un approccio in funzione degli obiettivi. Si parte da una fase di assessment – ovvero di analisi della situazione attuale – e si attiva un percorso basato su soluzioni applicative. Si dispone di applicazioni precostituite che semplificano la progettualità e l’implementazione di soluzioni blockchain in funzione di diversi obiettivi e diversi ambiti applicativi. Dai sistemi di gestione delle identità, alla logistica, dalla supply chain ai pagamenti.

“Come Oracle, osserva, abbiamo realizzato casi d’uso dedicati alla tracciabilità dei prodotti fisici tramite blockchain e IoT, con progetti che garantiscono la trasparenza e la veridicità del dato.  Si parla, in questa circostanza ad esempio, del caso Certified Origin (leggi l’articolo Certified Origins: tracciabilità dell’olio nel segno della blockchain ). Questa azienda ha creato un modello di gestione della supply chain dell’olio extravergine d’oliva italiano venduto all’estero (Olio EVO Bellucci) con un applicativo per la tracciatura della provenienza e per il controllo del canale distributivo. La rete blockchain crea regole valide anche a valle della rete e permette il controllo su tutti i passaggi informativi. Nello specifico Certified Origins ha la possibilità di valutare e concretizzare le opportunità della blockchain per il mondo della filiera agroalimentare.

Guardando alle prospettive di mercato, Evangelisti osserva che le possibilità di utilizzare la blockchain concretamente e in tempi “rapidi” è primariamente sul tracciamento dei beni fisici. In questi casi la blockchain è particolarmente adatta alla gestione di passaggi di custodia, di proprietà, di assunzione di rischio, di responsabilità e trasferimenti di valore. E’ importante mettere a disposizione delle imprese la possibilità di accedere a soluzioni “di mercato”, aperte e standardizzate.

Il Go-to-Market per la blockchain

Portare la blockchain sul mercato è, nelle considerazioni di Evangelisti, un lavoro di analisi sempre più preciso. “La blockchain funziona dove esiste una complessità normativa – spiega – , dove esiste una domanda di affidabilità (“trust”) e dove serve una determinata certezza sulla qualità. La blockchain può portare a enormi vantaggi, in particolare sul pubblico in settori molto specifici o a livello di gestione delle supply chain, come nel food & beverage dove la provenienza e il rispetto delle certificazioni e dei controlli sul prodotto sono fondamentali”. Altri esempi arrivano dalla filiera del freddo, in cui il tema della conservazione è fondamentale, così come dal settore fashion dove la qualità e l’anticontraffazione del prodotto è altrettanto vitale. Evangelisti conclude ricordando il Made in Italy. In questo campo, la protezione della qualità e del valore commerciale dei prodotti del nostro Paese può trovare nella blockchain una serie di risposte valide a livello globale. Ma non ci si deve fermare a “cibo” e “moda”. I Registri Distribuiti possono rispondere alla domanda di certezza della garanzia di non contraffazione dei prodotti anche, ad esempio, nel campo medicale, o in quello farmaceutico, in cui è altrettanto importante evitare comportamenti fraudolenti.

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