La strategia europea sulla blockchain

La Commissione Europea ha varato una strategia “gold standard” atta a sviluppare e governare al meglio la tecnologia blockchain, anche in abbinamento ad altre soluzioni tecnologiche, come l’AI e l’IoT. Ecco tutti i punti salienti

Pubblicato il 27 Set 2021

Federica Maria Rita Livelli

Business Continuity & Risk Management

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La Commissione Europea ha messo in atto una strategia atta a sviluppare e, al contempo, governare al meglio la tecnologia blockchain, anche in abbinamento ad altre soluzioni tecnologiche. Questa tecnologia è stata adottata con successo in diversi settori, sfruttando il vantaggio di poter documentare, grazie ai propri registri, i record di tutte le transazioni che coinvolgono dati o denaro. Di conseguenza, la sua diffusione ha comportato un aumento della domanda di competenze pari a circa il 2000% nel periodo tra il 2017 e il 2020. Si ritiene che l’impiego della tecnologia blockchain sia destinato a crescere ulteriormente dal momento che, per le sue caratteristiche, può aiutare a tracciare e scambiare su una piattaforma virtuale quasi tutto ciò che ha valore.

Blockchain: la strategia della Commissione europea

Le tecnologie di AI e blockchain, in particolare, sono di importanza strategica, come ovvio, per l’Unione europea e, probabilmente, svolgeranno un ruolo centrale nel rafforzamento della sovranità tecnologica dal momento che si tratta di tecnologie abilitanti chiave per l’evoluzione delle nostre industrie e la capacità competitiva costante rispetto ad altri hub digitali internazionali come la Silicon Valley (Stati Uniti) e la Digital Silk Road (Cina).

Ne consegue che l’accesso ai finanziamenti per le società di AI e blockchain è un fattore determinante per sviluppare ulteriormente questo settore in tutta Europa e, quindi, rafforzare il posizionamento internazionale dell’Unione Europea.

Da una strategia del genere molti attori dell’economia europea potranno trarre beneficio. In particolare, le piccole e medie imprese (PMI) avranno accesso a opzioni di finanziamento più economiche ed efficienti attraverso meccanismi di erogazione più intelligenti, mentre le aziende più grandi saranno in vantaggio o almeno al livello dei concorrenti internazionali in termini di automazione e innovazione, riducendo i costi e fornendo servizi migliori.

In quest’ottica la Commissione Europea ha sviluppato una strategia “gold standard” per la tecnologia blockchain in Europa attenta ai valori europei che include (come si evince dal sito della Comunità Europe):

  • Sostenibilità ambientale: la tecnologia blockchain dovrebbe essere sostenibile ed efficiente dal punto di vista energetico.
  • Protezione dei dati: la tecnologia blockchain dovrà essere compatibile e, ove possibile, supportare, le rigide normative europee sulla protezione dei dati e sulla privacy.
  • Identità digitale: la tecnologia blockchain dovrà rispettare e migliorare il quadro in evoluzione dell’identità digitale dell’Europa. Ciò include la compatibilità con le normative sulla firma elettronica (es. eIDAS), e il supporto di un quadro di identità provvisto di senso, pragmatico, decentralizzato e sovrano.
  • Cybersecurity: tecnologia blockchain dovrà essere in grado di fornire un elevato livello di sicurezza informatica.
  • Interoperabilità: le blockchain dovranno essere interoperabili tra loro e con i sistemi legacy nel mondo esterno.”

Le iniziative della Commissione europea per la governance della blockchain

Nell’intento di collocare l’Europa in prima linea nell’innovazione e nell’adozione della blockchain, la Commissione Europea ha intrapreso varie iniziative atte a consentire una governance inclusiva a livello globale, a rafforzare la cooperazione e gli investimenti nella diffusione di applicazioni basate su blockchain, a sostenere la standardizzazione internazionale, quali:

  • The European Blockchain Partnership: un partenariato creato attraverso una dichiarazione firmata nell’aprile 2018 che stabilisce una collaborazione politica tra tutti gli Stati membri dell’UE e i membri dello spazio economico europeo (Norvegia e Liechtenstein) per realizzare progetti di servizi basati su blockchain a beneficio dei singoli cittadini, della società e dell’economia.
  • The European Blockchain Services Infrastructure (EBSI): un’iniziativa congiunta tra la Commissione Europea e The European Blockchain Partnership che mira a fornire servizi pubblici transfrontalieri a livello dell’UE utilizzando la tecnologia Blockchain. L’EBSI formerà una rete di nodi distribuiti in tutta Europa, sfruttando un numero crescente di applicazioni incentrate su casi d’uso specifici.

Nel 2020 l’EBSI è diventato un blocco pienamente operativo del framework atto a collegare l’Europa, fornendo software, specifiche e servizi riutilizzabili per supportarne l’adozione da parte delle istituzioni dell’UE e delle pubbliche amministrazioni europee.

  • The European Blockchain Observatory and Forum: si tratta di promuovere la blockchain in Europa mappando le iniziative Blockchain esistenti, analizzando e segnalando importanti temi blockchain, promuovendo l’educazione blockchain e la condivisione della conoscenza e organizzando eventi mirati al dibattito e alla discussione.
  • The International Association for Trusted Blockchain Applications: un’organizzazione multistakeholder, creata nel 2019 e con sede a Bruxelles, che riunisce fornitori e utenti della blockchain con rappresentanti di organizzazioni governative e organismi di normazione. I membri condividono la visione comune di promuovere una governance trasparente, l’interoperabilità, la certezza del diritto e la fiducia nei servizi abilitati dalla blockchain e dalla tecnologia di registro distribuito.

Ulteriori iniziative blockchain a livello dell’UE includono:

  • La formazione di una comunità guidata dall’industria, istituita alla tavola rotonda dell’industria blockchain dell’UE tenutasi nel 2018.
  • L’iniziativa #Blockchain4EU che riguarda la blockchain per le trasformazioni industriali.
  • Il lancio della “Blockchain for Social Good” e il relativo premio.
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La convergenza fra blockchain, AI e IoT

Le opportunità presentate dalle tecnologie AI e blockchain saranno probabilmente applicate in combinazione tra loro, convergendo in nuovi tipi di piattaforme, prodotti e servizi.

Inoltre, la loro integrazione con i sensori IoT può generare opportunità ancora maggiori. Basti pensare come, in questa convergenza tecnologica, l’IoT può essere considerato la parte “sensibile”, l’AI la parte “pensante” e la blockchain il “contenitore della memoria”. Ne consegue che, per i casi d’uso emergenti su larga scala – come le cosiddette “città intelligenti” – le tecnologie convergenti possono essere applicate nelle infrastrutture per gestire i sistemi critici e migliorare la qualità della vita dei residenti attraverso ambienti urbani più sicuri e meglio progettati.

Sia l’IoT che la blockchain possono essere implementati come fattori chiave per lo sviluppo e l’implementazione dell’AI. Inoltre, ricordiamoci che l’IoT è un elemento chiave per la generazione oltre che la raccolta dei dati e, man mano che i dispositivi IoT diventeranno più economici, maggiormente utilizzati, forniranno una quantità sempre più importante di dati. Il ruolo “strategico” della blockchain consiste, quindi, nel fatto che può fungere da ampio repository di record convalidati e, quindi, di enorme supporto all’apprendimento dell’AI.

La combinazione di IoT e blockchain può, pertanto, ridurre significativamente il costo della raccolta dei dati, evitando così la concentrazione di AI solo tra pochi grandi stakeholder.

Nuove opportunità operative e commerciali

È doveroso ricordare che il sistema di rete decentralizzato di blockchain può offrire modalità atte a soddisfare le esigenze di aziende e individui in materia di sicurezza, privacy e resilienza nel contesto dell’AI e dell’IoT. La blockchain potrebbe, di fatto, rendere l’infrastruttura IoT più scalabile e robusta, fornire audit trail sicuri delle informazioni oltre ad aumentare l’interoperabilità dei dispositivi IoT e, quindi, garantire un livello di comunicazione affidabile e comune. La blockchain potrebbe anche supportare la creazione di mercati aperti e decentralizzati in cui i produttori di dati possono vendere, affittare o condividere i loro dati, modelli di intelligenza artificiale e risorse.

La combinazione di AI, blockchain e IoT può, pertanto, aprire nuove opportunità operative e commerciali nei seguenti ambiti:

  • Vendita al dettaglio: l’intelligenza artificiale può consentire un’azione predittiva basata sui dati raccolti dai dispositivi IoT (ad esempio ordinando cibo), mentre la blockchain può supportare l’elaborazione sicura delle transazioni.
  • Assistenza sanitaria: l’intelligenza artificiale può consentire il monitoraggio dei dati medici, il rilevamento precoce delle anomalie e la pianificazione automatica degli appuntamenti, mentre la blockchain può fornire una storia medica sicura e accurata.
  • Sicurezza informatica: l’intelligenza artificiale può consentire un’analisi dei dati rapida e accurata, prendendo decisioni logiche e intraprendendo azioni autonome, mentre la blockchain può memorizzare un record sicuro di potenziali prove.
  • Manufacturing: l’intelligenza artificiale può consentire il monitoraggio remoto completo dello stato e delle prestazioni delle macchine in tutto il mondo, la manutenzione proattiva basata sull’apprendimento automatico e l’assegnazione del tecnico più adatto e parti di ricambio, mentre la blockchain può fornire un modo sicuro di acquisto.
  • Settore pubblico: potrebbe utilizzare le tecnologie AI e blockchain per aumentare l’efficacia dell’amministrazione e di altri servizi di interesse pubblico a sostegno o a surrogazione del privato (i.e. agenzie mirate e compartecipazioni).

I rischi legati alla convergenza di blockchain, AI e IoT

L’applicazione combinata delle tecnologie di cui parliamo pone anche dei rischi da considerare e mitigare. La convergenza, da un punto di vista tecnologico, comporterà la difficoltà di proteggere miliardi di punti di ingresso nell’IoT e, al contempo, complessità giuridiche e normative in termini di protezione dei dati oltre a sfide relative alla governance, alla privacy, alla conformità e all’etica dei dati. Analizziamo due aspetti “rischiosi/sfidanti” che scaturiscono dalla convergenza delle tre tecnologie e, precisamente:

  • Protezione dei dati e blockchain & GDPRLa normativa parte dal presupposto di base che, in relazione a ciascun dato personale, esiste almeno una persona fisica o giuridica – i.e. il responsabile del trattamento dei dati – contro la quale gli interessati possono far valere i propri diritti ai sensi del GDPR. La blockchain, per sua stessa natura, cerca il decentramento e, quindi, non include un responsabile del trattamento dei dati. Inoltre, il GDPR presuppone che i dati possano essere modificati o cancellati – ove necessario – per conformarsi ai requisiti legali, mentre la blockchain è progettata per garantire l’integrità dei dati e quindi ostacola la modifica o la cancellazione dei dati registrati.
  • Implicazioni etiche della blockchain Tra le principali: protezione dei dati memorizzati dalla tecnologia blockchain; compromesso tra i vantaggi della blockchain e il suo consumo di energia; trasparenza e regolamentazione dei contratti intelligenti; problematiche antitrust (come il comportamento anticoncorrenziale derivante dalla condivisione di informazioni o l’emergere di un monopolio che controlla la blockchain in un dominio specifico); potenziali frodi e altri reati derivanti dall’anonimato blockchain.

In un futuro prossimo sarà interessante monitorare come saranno gestiti e risolte le varie sfide che la blockchain, AI e IoT comportano.

Conclusioni

La tecnologia blockchain si sta dimostrando una leva vantaggiosa in diversi settori come l’istruzione, la salute, l’IoT, le forniture alimentari, i trasferimenti di denaro, ecc. Come con qualsiasi tecnologia dirompente, è necessario che ciascuna organizzazione valuti le sfide, comprenda meglio i rischi correlati e lavori insieme olisticamente a tutti gli attori per determinare la migliore linea d’azione e rimediare a tali rischi.

Ricordiamoci che la blockchain presuppone un modello di fiducia sotto forma di un compendio di regole che “informano” l’applicazione sulla legittimità di un certificato digitale, ovvero: è un modo sistematizzato di informare il decisore ed aiutarlo a prendere una decisione ottimale e funzionale alle esigenze organizzative. Pertanto, la grande sfida di gestione del rischio che la blockchain comporta è la creazione e l’adattamento di nuove strategie di gestione del rischio che mirano alla resilienza organizzativa e operativa attraverso una calibrata sintesi dei principi di risk management, business continuity e cybersecurity in modo da garantire una corretta governance & compliance da parte delle organizzazioni. Ovvero: si tratta di affrontare la transizione da un modello di fiducia basato sull’uomo a un modello di fiducia algoritmico. Inevitabilmente, ciò comporterà una revisione del quadro generale della governance organizzativa nonché della natura dei controlli in essere.

In ogni aspetto della vita, il trasferimento di compiti e doveri dagli esseri umani agli algoritmi diventa ogni giorno più inevitabile; pertanto, ogni organizzazione dovrebbe non solo valutare gli impatti di queste tecnologie dirompenti, ma cercare anche di rendere il coinvolgimento del fattore umano più attivo e “utile” in un’ottica di corretta implementazione dell’innovazione armonica. Pertanto, si tratta di ricompattare l’umanesimo con la tecnologia, in quanto, come afferma Paolo Benanti, teologo e professore della Pontificia Università Gregoriana, nel libro “Le macchine sapienti”, si tratta di “cominciare a concepire l’uomo come animale informazionale al fianco di altri, all’interno ‘dell’infosfera’: la sfida di farsi carico di una nuova società, la società dell’informazione cresciuta molto più rapidamente della capacità dell’uomo di sviluppare solide radici concettuali, etiche e culturali in grado di comprenderla, gestirla e orientarla verso il bene comune e lo sviluppo”.

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