McKinsey: ecco come la Blockchain può cambiare il rapporto con l'”industria” della creatività

Un interessante analisi di McKinsey su come la Blockchain può cambiare la gestione nella remunerazione dei copyright nel mondo dei media e della creatività in generale

Pubblicato il 30 Ago 2017

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Mauro Bellini @mbellini3 Linkedin

Nel mondo dei media, della musica, dell’editoria la Blockchain permette di sviluppare nuove forme di gestione della filiera e di remunerazione di tutti gli attori. Un servizio di McKinsey spiega opportunità e rischi nel rapporto tra Distributed Ledger Technology e creatività.

La Blockchain è un database condiviso, programmabile, basato sulla crittografia e dunque sicuro dove l’affidabilità contabile o trusted ledger non è più basata sul controllo del singolo e può essere indagata e analizzata da tutti.  LaBlockchain ha tutto il potenziale per diventare un paradigma di riferimento per il business in tutti i settori e in particolare la dove è necessario trovare soluzioni innovative ad esempio per la gestione della remunerazione e pagamento di servizi legati a filiere complesse e articolare. Il servizio di McKinsey richiama una ricerca su 800 executives dalla quale emerge che il 58% di questi manager è convinto che oltre il 10% del del global GDP farà riferimento a forme di “storage” basate sulla Blockchain.

Il concetto di Consenso alla base della logica Blockchain

La Blockchain risulta particolarmente adatta alla gestione di questi processi in quanto consente prima di tutto la verifica puntuale e precisa con relativa approvazione per tutte le transazioni. E’ il concetto di Consenso che vale per tutti coloro che aderiscono al network e impone una trasparenza che limita il numero delle frodi o per certi aspetti consente di individuarle con maggior facilità e velocità.

C’è poi il tema della immutabilità di tutte le transazioni e della cronologia di tutti gli eventi. La possibilità di disporre di una cronologia precisa di tutte le operazioni e di tutti gli eventi permette a tutti gli operatori di tenere traccia di tutte le transazioni e di tutti i passaggi controllabili e verificabili in ogni momento. Ogni partecipante alla Blockchain ha accesso allo stesso archivio (Ledger) di dati e informazioni e questo limita enormemente gli effetti di eventuali attacchi hacker. La Blockchain permette in altre parole di dare vita a un nuovo modello di relazione transazionale per una remunerazione complessa, e tipicamente di filiera, del mondo artistico, tanti sono i soggetti che contribuiscono alla vita commerciale delle opere. L’obiettivo è quello della creazione di una nuova value chain in cui gli artisti sono remunerati grazie a una interazione con una piattaforma di intellectual property che tiene memoria di tutte le grandi, piccole e microtransazioni che interessano l’utilizzo e il godimento di ciascuna opera intellettuale dai contratti con case di produzione all’interazione di un utente con piattaforme come Spotify o Youtube.

Il ruolo degli Smart contract

Le Blockchain per il mondo media possono poi gestire Smart contracts o contratti automatici per velocizzare e semplificare la gestione dei diritti nel mondo digitale considerando il ruolo di tutti i componenti del prodotto artistico e, ad esempio, musicale dove sono presenti compositori, arrangiatori, autori, musicisti, produttori, ciascuno con un proprio ruolo e un proprio valore di remunerazione. Il post di McKinsey cita PeerTracks come un esempio di servizi dove  gli artisti possono impostare le logiche di gestione dei diritti. PeerTrack definisce uno Smart contract per il mondo della music industry dove ogni singola canzone che l’artista carica sulla piattaforma e gestisce i diritti in funzione degli accordi fissati e definiti nello Smart contract.

Ma forse l’aspetto più importante per la Blockchain nel mondo musicale è rappresentato dalla gestione precisa e sicura del fenomeno micromonetizing, ovvero della gestione diffusa dell’utilizzo di Digital music per l’acquisto individuale dell’ascolto di brani musicali o altre opere.

Leggi QUI il servizio completo realizzato e pubblicato da McKinsey

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