Blockchain, quali prospettive per le politiche pubbliche

Le tecnologie blockchain e i registri distribuiti possono essere un nuovo driver di trasformazione, non solo dei sistemi economici e produttivi, ma anche del ruolo e del funzionamento delle organizzazioni del settore pubblico

Pubblicato il 14 Apr 2021

Paolo Ghezzi

Direttore Generale di InfoCamere S.C.p.A

normativa

Negli ultimi anni molte ricerche, studi internazionali, sperimentazioni e progetti hanno indicato le tecnologie blockchain e i registri distribuiti quale possibile nuovo driver di trasformazione non solo dei sistemi economici e produttivi ma anche del ruolo e del funzionamento delle organizzazioni del settore pubblico, promettendo un rapporto più trasparente con cittadini e imprese attraverso una maggiore efficacia ed efficienza nell’erogazione dei servizi. Sviluppare una visione su come queste tecnologie possano cambiare le modalità in cui le istituzioni governative e amministrative gestiscono le informazioni e i processi sta alla base della costruzione di una strategia programmatica.

Le opportunità della blockchain nella fornitura di servizi pubblici

L’opportunità potenziale è l’abilitazione di un futuro in cui la fornitura di servizi pubblici sia più vicina alla persona e alle imprese, creando delle condizioni di maggior sviluppo e integrazione economica e sociale.

I cosiddetti smart contract si candidano quali strumenti adatti a portare miglioramenti sostanziali in termini di conformità, uniformità, standardizzazione ed implementazione della catena di responsabilità.

Trattandosi di tecnologie ancora in fase di completamento del proprio ciclo di sviluppo, è fondamentale maturare degli elementi di valutazione delle diverse opzioni disponibili in quanto a paradigma di adozione, considerando gli specifici obiettivi dei relativi ambiti di applicazione.

Temi quali privacy, sicurezza, solidità e scalabilità diventano ancor più centrali e strategici quando la loro contestualizzazione avviene in ambiti di investimento pubblico; è pertanto necessario comprendere come la tecnologia sia lo strumento di implementazione di un modello che porta un effetto di trasformazione con implicazioni etiche e sociali.

blockchain settore pubblico

Governance e regolamentazione per la blockchain nel settore pubblico

Una governance e una regolamentazione efficaci saranno inevitabilmente i presupposti fondamentali per l’implementazione di nuovi paradigmi di amministrazione. Il governo di modelli decentralizzati richiede policy stabilite dai partecipanti, nella salvaguardia dei loro interessi ma nel rispetto di un ordinamento che rappresenti un quadro normativo stabilito per garantire gli interessi più ampi della società.

Una delle sfide in questo contesto consiste nel trovare un equilibrio che consenta di tutelare tutti i soggetti, evitando allo stesso tempo di limitare l’innovazione con sovrastrutture troppo rigide. Si pensi, ad esempio, all’opportunità di sfruttare le potenziali interazioni tra codice legale e tecnico: l’amministrazione potrebbe quindi essere esercitata attraverso una combinazione di questi due elementi, nel presupposto di piena aderenza ad un adeguato dettato regolamentare.

Le procedure della PA, del sistema economico e sociale richiedono certezza ed efficienza nelle transazioni informative e monetarie, che sempre più avvengono in modalità digitale. In questo contesto possono essere valutate diverse ipotesi di utilizzo di tecnologie “a registri distribuiti”, che aprono interessanti scenari per nuove forme di cooperazione.

La blockchain, infatti, nelle sue diverse declinazioni, si pone come possibile infrastruttura in grado di consentire l’integrazione tra sistemi e registri; modelli decentralizzati abilitano nuove opportunità di realizzazione di asset informativi pubblici, nei casi in cui non sia possibile individuare (o perfino opportuno) un unico soggetto responsabile per competenza e coerenza di mandato rispetto alle proprie funzioni istituzionali o amministrative.

Blockchain e settore pubblico: i modelli decentralizzati

Nella vigente struttura normativa e organizzativa, i pubblici registri costituiscono la fonte primaria di certificazione dei dati dei soggetti ad esso iscritti, uno dei pilastri del sistema di tutela giuridica dei diritti individuali e collettivi.

I modelli decentralizzati si candidano a portare reale valore solo nei casi o contesti in cui l’insieme di più contributi possa costituire una nuova o più completa fonte nazionale di dati pubblici per un determinato settore o ambito di riferimento. In questi scenari le condizioni che ne possono suggerire l’applicazione sono principalmente l’assenza di un unico soggetto regolatore, quale responsabile dell’accesso e della modifica del dato, e valutazioni di sostenibilità economica sull’utilizzo del paradigma di interoperabilità così abilitato.

In generale, i benefici appaiono rilevanti nel sostegno alla certezza del valore informativo e transazionale, assicurando la reperibilità di dati con piena validità giuridica e protetti da meccanismi che ne tutelano l’inalterabilità; si tratta quindi di progettare un percorso di trasformazione compatibile con il modello giuridico di riferimento, garantendo la catena delle responsabilità ed il sistema delle tutele.

Le tecnologie a registri distribuiti risultano quindi particolarmente promettenti per abilitare la possibilità di interconnessione tra fonti certificative non solo a livello nazionale ma anche transfrontaliero, considerando basi di dati e informazioni quali imprescindibili fattori per la crescita dei sistemi sociali ed economici globali.

L’European Blockchain Service Infrastructure (EBSI)

In questa prospettiva va collocata l’iniziativa di creazione della European Blockchain Service Infrastructure (EBSI), azione congiunta della Commissione europea e del partenariato europeo Blockchain (EBP) per fornire servizi pubblici transnazionali a livello dell’UE utilizzando le tecnologie blockchain.

Periodi di difficoltà e di incertezza, come quelli che stiamo attraversando in questi mesi, possono essere trasformati in occasioni per introdurre degli elementi di discontinuità che si candidano quali fattori decisivi per una visione programmatica di ripresa e sviluppo (naturale appare un richiamo al PNRR).

È necessario quindi affrontare resistenze culturali (e a volte ideologiche) che spesso ostacolano l’ingresso di nuove tecnologie, tramutandole in opportunità concrete di trasformazione attraverso delle progettualità di sistema per generare nuove prospettive di valore per cittadini e imprenditori.

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