Cardano (ADA): cos’è, come funziona, prezzi e grafici, applicazioni oggi

Un approccio scientifico e una attenzione spasmodica alla qualità del codice: cosa è come funziona Cardano

Pubblicato il 13 Set 2022

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Cardano è la piattaforma sulla quale si è sviluppata ADA, criptovaluta che può essere utilizzata per inviare e ricevere fondi.
Si tratta di una piattaforma di smart contract, con alcune caratteristiche simili ad Ethereum (non a caso dal momento che il suo ideatore, Charles Hoskinson, è uno dei co-fondatori di Ethereum) che offre nuovi livelli di sicurezza e scalabilità grazie a una architettura multilayer. Viene considerata un “unicum” nell’universo delle criptovalute perché nasce con un approccio scientifico e filosofico estremamente rigoroso.

Cardano (ADA): grafico andamento criptovaluta

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Cardano (ADA): prezzo quotazione criptovaluta

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Cardano: cos’è e come nasce questa criptovaluta

Come già accennato, ideatore di Cardano è Charles Hoskinson, secondo il quale, dopo Ethereum era necessario pensare a un modello evolutivo, una sorta di blockchain di seconda generazione, da realizzare con particolare cura e attenzione.

Ecco dunque che di Cardano si occupa non una bensì tre organizzazioni distinte: Cardano Foundation, organizzazione no profit che ha un ruolo di custodia rispetto a Cardano con il compito di standardizzarne, proteggerne e promuoverne la tecnologia; IOHK, ovvero Input Output Hong Kong, fondata nel 2015 dallo stesso Hoskinson insieme a Jeremy Wood, che di fatto è una società di ricerca e sviluppo che si occupa di applicare le innovazioni in ambito blockchain per creare servizi finanziari accessibili a tutti, cui è stato affidato l’incarico di sviluppare, progettare e manutenere Cardano fino al prossimo anno; infine Emurgo, realtà giapponese che sviluppa e supporta iniziative commerciali innovative basate su tecnologia blockchain.
Cardano Foundation, IOHK ed Emurgo operano dunque in stretta sinergia tra loro.

Capire Cardano, la blockchain di terza generazione

Per capire l’idea alla base di Cardano, bisogna prendere in considerazione la visione di Charles Hoskinson, secondo il quale la blockchain è passata attraverso tre stadi evolutivi.

  1. La blockchain di prima generazione è quella correlata ai bitcoin e ai trasferimenti monetari, che risponde a una esigenza fondamentale: creare nuove forme di trasferimento monetario senza intermediari. Il problema connesso a questa prima generazione di blockchain è che è una tecnologia limitata alle sole transazioni monetarie, senza possibilità di aggiungere condizioni all’esecuzione delle transazioni a meno di non aggiungere codici particolarmente complessi.
  2. La seconda generazione di blockchain è quella di Ethereum e degli smart conctract, che consentono di scambiare denaro, proprietà, azioni in modo trasparente e senza intermediari. Una soluzione comunque perfettibile, visti i problemi di governance che nel tempo si sono registrati e che sono, ad esempio, culminati nella separazione tra Ethereum ed Ethereum Classic.
  3. La terza generazione è quella di Cardano. Per lo sviluppo di questa soluzione Hoskinson ha preso il meglio dalle due generazioni precedenti, aggiungendo ulteriori elementi con l’obiettivo di risolvere tre grandi questioni fino a quel momento insolute:
  • Scalabilità, aumentando il throughput grazie a un meccanismo di consenso basato sull’algoritmo proof-of-stake Ouroboros e aumentando la banda utilizzando nuove topologie di rete.
  • Interoperabilità, grazie a un approccio specifico che mira a creare una sorta di “Internet delle blockchain”, utilizzando le cosiddette sidechain
  • Sostenibilità, attraverso Patrocini e ICO.

Il tutto, va detto, con una attenzione spasmodica alla qualità del codice (Hoskinson parla di High Assurance Code), anche per prevenire possibili separazioni come accaduto in Ethereum.

I quindici principi fondamentali su cui si basa Cardano

Come già accennato, Cardano si distingue per un approccio particolare, quasi filosofico. Il team di sviluppo non è partito da una roadmap, bensì ha voluto per prima cosa identificare i principi, le best practice e le linee di sviluppo ai quali aderire, identificando una quindicina di punti cardine, che riportiamo come presentati sul sito ufficiale:
– Separazione di contabilità e calcolo su diversi livelli
– Implementazione dei componenti core in codice modulare
– Piccoli gruppi di accademici e sviluppatori in competizione con ricerche peer-reviewed
– Ricorso a team interdisciplinari, inclusi gli esperti InfoSec
• Rapida iterazione tra white paper, implementazione e nuove ricerche necessarie per correggere i problemi rilevati
• Possibilità di aggiornare i sistemi in fase di post-deployment senza distruggere la rete
• Sviluppo di un meccanismo di finanziamento decentralizzato per i lavori futuri
• Visione di lungo termine sul miglioramento del design delle criptovalute, perché possano funzionare su dispositivi mobili con un’esperienza utente ragionevole e sicura
• Avvicinare gli stakeholder alle attività di gestione e manutenzione delle loro criptovalute
• Riconoscimento della necessità di contabilizzare più risorse nello stesso libro mastro
• Inclusione dei metadati opzionali nelle transazioni per meglio conformarsi alle esigenze dei sistemi legacy
• Prendere in considerazione le caratteristiche migliori di tutte le valute alternative in circolazione
• Adottare un processo basato sugli standard
• Esplorare gli elementi sociali del commercio
• Trovare una via di mezzo per consentire l’interazione con i regolatori senza compromettere i principi fondamentali ereditati da Bitcoin.

Come funziona la moneta e il protocollo Cardano

Come si intuisce, Cardano è un progetto importante, il cui sviluppo è iniziato nel 2014 e non si è ancora concluso.
Gli elementi sostanziali, tuttavia, sono già ben definiti.
Il protocollo di Cardano lavora su due layer distinti: sul primo, il cosiddetto Cardano Settlement Layer (CSL) si trovano tutte le informazioni sulle transazioni, un po’ come accade con Bitcoin (quanto, emissario, ricevente, momento del trasferimento), ed è sempre su questo livello che vengono trasferiti i token della piattaforma, ADA; il secondo livello, il Cardano Control Layer (CCL) gestisce invece i dati degli account, dunque le informazioni degli smart contract, come le identità digitali.
La separazione dei due livelli ha il duplice vantaggio di consentire di apportare gli aggiornamenti in modo separato e mirato e di aumentare la sicurezza, dal momento la compromissione di un layer non incide anche sul secondo.

Ouroboros, Haskell e Daedalus

Come abbiamo accennato in precedenza, Cardano utilizza un protocollo proof-of-stake, che consente dunque agli sviluppatori di controllare in modo molto preciso a quali condizioni un utente può diventare stakeholder. Gli stakeholder possiedono un certo numero di coin che consente loro di verificare le transazioni che avvengono in rete. Se tuttavia lo stakeholder utilizza questi coin a proprio esclusivo vantaggio, il protocollo riconosce il comportamento, facendo decadere l’utente dallo status di stakeholder e facendogli perdere i coin in suo possesso.
Questo significa che a tutti gli stakeholder viene assegnato un ruolo e una funzione di controllo e verifica delle transazioni: più stakeholder le confermano, più transazioni vanno a buon fine. Il sistema ricompensa gli stakeholder per le loro attività di verifica dei blocchi.
L’algoritmo alla base di questo sistema, come accennato in precedenza, è Ouroboros, ed è stato sviluppato congiuntamente dal Tokio Institute of Technology, l’università di Edimburgo, quella del Connecticut e IOHK, con una metodologia scientifica ed estremamente rigorosa. Ouroboros garantisce crittografia, elementi di teoria dei giochi matematica per garantire integrità, longevità e performance.
Ulteriori elementi che caratterizzano Cardano sono il linguaggio di programmazione Haskell, basato su principi matematici e funzioni, dunque meno soggetto a errori umani e più facile da verificare, e il wallet Daedalus, che non solo gestisce i token ADA ma funge anche da nodo.

La roadmap e il futuro di Cardano

Cinque sono gli stadi di rilascio di Cardano:

  1. Byron: consente agli utenti di scambiare e trasferire Ada. Lancio della mainnet Cardano.
  2. Shelley: assicura che la tecnologia sia pronta affinché diventi un sistema completamente decentralizzato e autonomo
  3. Goguen: integrazione degli smart contract.
  4. Basho: incentrato sui miglioramenti delle prestazioni.
  5. Voltaire: IOHK aggiungerà un sistema di tesoreria e governance.

Spetterà comunque agli stakeholder, vale a dire i possessori di ADA; decidere quali sviluppi futuri integrare nel protocollo. Questa forma di governance ha il vantaggio che ogni stakeholder può votare su una base di parità e in modo democratico, evitando gli hard-fork.

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