Real estate: la storia degli immobili certificata grazie alla blockchain

Il progetto Rechain nasce dalla partnership tra Osservatorio T6 e Associazione Italiana Blockchain, ed è pansato soprattutto per gli asset interessati da esecuzioni giudiziarie

Pubblicato il 24 Giu 2020

BIM

Costituire grazie alla blockchain un database degli asset immobiliari venduti che sia in grado di tracciare le vicende giuridiche, finanziarie e urbanistiche degli immobili, in particolare di quelli interessati da vicende giudiziarie. E’ l’obiettivo di Rechain, il progetto nato dalla collaborazione tra l’Osservatorio T6, associazione di studio sulle esecuzioni italiane, e l’Associazione Blockchain Italia. L’iniziativa è stata presentata durante il dibattito online “Tra proptech e legaltech: la blockchain al servizio del mondo immobiliare”, primo di una serie di 4 incontri nella cornice del convegno “Evoluzioni”.

L’Osservatorio T6 e l’Associazione Blockchain Italia infatti hanno promosso un tavolo congiunto sullo studio e l’applicazione della blockchain nel mondo immobiliare, costituito nel giugno 2019. Rechain, nato con il contributo di tutti i componenti della filiera, è un vero e proprio database del venduto, che consente di delineare la “storia” de gli immobili.

“Abbiamo lavorato per un anno, evitando ogni sensazionalismo – spiega Stefano Scopigli, presidente dell’Osservatorio T6 – il progetto che presentiamo, e sul quale continueremo a lavorare, propone un sistema di gestione basato su sistemi di blockchain, in grado di ottimizzare le procedure esecutive. Questa tecnologia, più volte paragonata a Internet, potrebbe davvero rivoluzionare il nostro settore, che da sempre chiede più trasparenza, informazione e affidabilità”.

“E’ questa eguaglianza di ruoli il vero punto di forza della tecnologia blockchain – sottolinea Francesco Rampone, presidente dell’Associazione Italiana Blockchain, riferendosi al fatto che la blockchain è un registro digitalizzato e permanente, che consente la gestione di informazioni e dati senza l’obbligo di un’autorità centrale che sovrintenda all’intero processo – Tutto è basato sulla convenienza che hanno i players a mettere insieme informazioni. Questo approccio concreto è anche alla base di Rechain”.

Il lavoro del tavolo congiunto, si legge in una nota – ha riguardato tutti gli snodi della gestione di asset immobiliari: modulo abitativo, garanzia reale, investimento sottostante di prodotti finanziari, oggetto di procedimenti di esecuzione. Lo studio si è concentrato in particolare sul “punto di ingresso”, vale a dire il segmento della filiera immobiliare che adotta la procedura blockchain, per poi fungere da catalizzatore rispetto a tutti gli altri. In questa attività è stato essenziale il carattere aperto del progetto, che ha visto collaborare i diversi componenti del mondo immobiliare, dal notaio al visurista, dal gestore immobiliare all’avvocato.

“Il modello di database è pronto – aggiunge Rampone – Per la sua applicazione, occorrerà però ancora un certo tempo. Molto dipenderà dall’interesse che dimostreranno gli interlocutori pubblici nello sviluppo di questa tecnologia”.

Grazie all’archivio Rechain, in pratica, sarà possibile digitalizzare l’intera mole di dati relativi al patrimonio immobiliare soggetto ad esecuzione e, in questo modo, sburocratizzare e velocizzare tutti i processi, con un minore utilizzo di carta e una maggiore celerità nel definire i procedimenti giudiziari legati alle esecuzioni grazie a passaggi amministrativi più snelli.

Si tratta quindi di un sistema, secondo le due associazioni, che “può contribuire al governo del territorio, quindi essere di sostegno ai tribunali e alle realtà locali, favorendo un mercato più trasparente ed efficiente”, con il risultato che processi più semplici e accessibili renderebbero più appetibili gli asset immobiliari interessati dal database, attirando così liquidità e risorse.

“L’Osservatorio T6 intende proseguire nello sviluppo di questo progetto a sostegno dell’innovazione del settore – conclude Scopigli – su questa, come su altre iniziative, il Tavolo di studio sulle esecuzioni italiane vuole rappresentare uno spazio privilegiato di incontro e riflessione sull’evoluzione del settore”.

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