From farm to fork con la Blockchain di IBM Food Trust

Lo scopo della piattaforma IBM Food Trust in campo alimentare è quello di offrire la massima trasparenza e fiducia ai consumatori finali che, grazie a questo tipo di certificazione, potranno avere maggiori garanzie sulla qualità del prodotto che acquistano

Pubblicato il 21 Feb 2020

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I casi di contaminazione da cibo, le contraffazioni e le richieste da parte dei consumatori di maggiori informazioni sulla provenienza del cibo, stanno facendo crescere la domanda di soluzioni, di sistema e globali, che sappiano mostrare a tutti gli attori della filiera come certificare la tracciabilità e la lavorazione del prodotto trasformato, distribuito e venduto. La sicurezza alimentare passa attraverso piattaforme in grado di garantire trasparenza, tracciabilità su tutta la filiera agroalimentare, e che sappiano dare fiducia al consumatore attento al Made in Italy e alla sostenibilità. Non ultimo devono essere nella condizione di permettere di controllare e di identificare frodi ed evitare contraffazioni con maggiore facilità. E’ su queste esigenze che si colloca la soluzione Food Trust di IBM basata su tecnologia Blockchain.

Nel webinar “IBM Food Trust: la filiera intelligente, garantita dalla Blockchain” (accessibile registrandosi qui), Giuseppe Reale, Food Trust & Digital Business Developer, IBM Italia e Ludovica Serpica, Business Developer Rep IBM Italia illustrano come, per la natura stessa della Blockchain e la fiducia intrinseca che offre, questa tecnologia risulta ideale per costruire una rete per la trasparenza alimentare. Costruita su standard aperti, è anche una piattaforma per l’innovazione che riunisce diversi professionisti con l’obiettivo comune di costruire la fiducia dei consumatori. Un’occasione per raccontare anche come Gruppo Grigi, storico leader nel settore zootecnico ed alimentare, ha aderito al progetto IBM Food Trust per valorizzare la pasta Aliveris, ottenuta da grano biologico e 100% italiano.

La Blockchain come abilitatore di una rete alimentare trasparente e sicura

IBM Food Trust designa una rete collaborativa che connette coltivatori, trasformatori, grossisti, distributori, produttori, rivenditori e altri attori dell’industria alimentare e che grazie allo scambio di informazioni in sicurezza lungo tutta la filiera, rafforza la visibilità, costruisce fiducia, fornisce trasparenza e garantisce l’affidabilità dell’intero ecosistema produttivo e commerciale, assegnando un rinnovato valore alla relazione tra brand, territori e consumatore finale.

Basata sulla tecnologia Blockchain di IBM, questa soluzione connette i partecipanti alla rete attraverso un record attendibile, autorizzato, immutabile e condiviso di dati che riguardano la provenienza di un prodotto alimentare, dati di transazione e di ubicazione, dettagli di trasformazione e altro ancora. Una soluzione Blockchain non riguarda solo la tecnologia, bensì risolve problemi di business che prima erano insolubili a causa delle difficiltà degli ecosistemi, quello alimentare in questo caso, di condividere informazioni in modo trasparente, immutabile e affidabile.

Nello specifico, IBM Food Trust si basa su Hyperledger Fabric, un progetto open source avviato a dicembre 2015 dalla Linux Foundation grazie alla spinta di una trentina dei suoi membri (oltre a IBM anche Intel, SAP e altri). Con più di 300 aziende aderenti, qui convergono esperienze e aziende leader in ambito bancario, IT, IoT, supply chain, manifatturiero e tecnologico che collaborano allo sviluppo di una Blockchain di tipo permissioned. Food Trust si basa quindi su una Blockchain privata e permissioned, caratteristiche essenziali per il mondo enterprise per garantire scalabilità, velocità di elaborazione delle transazioni, economicità e privacy, ovvero segregazione dei dati nell’ecosistema in accordo alle specifiche della rete e al ruolo dei partecipanti.

La blockchain per “sbloccare” la condivisione di informazioni lungo la filiera

“L’esigenza di una Blockchain nasce da un problema tipico della filiera industriale: il dato risiede in silos non comunicanti direttamente tra loro ed è limitato dai cancelli di ogni azienda; molte transazioni sono ancora paper-based creando inefficienza e opportunità di frodi; lo scambio di informazioni tra gli attori a distanza richiede intermediari, tempi e risorse ingenti. Affinché sia possibile tracciare la filiera, il problema è trarre valore nel riscostruirla, gestirla ed esporla dall’inizio alla fine senza soffrire di intermediari, tempi morti, risorse scarse, diverso formato dei dati digitali, mancanza di fiducia fra le parti e così via” afferma Giuseppe Reale.

Ed è qui che viene in soccorso Blockchain in quanto piattaforma di aggregazione e condivisione dei dati che garantisce certezza e immutabilità dell’informazione. Ma la funzione principale della Blockchain non è quella di certificare un’informazione bensì di notarizzare l’informazione, fondarla con un attributo di autorevolezza in un framework di collaborazione end-to-end. Garantire un trust, una garanzia di fiducia estesa e vera in ogni punto e facilmente reperibile senza rischi di manipolazione o disputa.

La soluzione è rivolta agli attori tipici della filiera agroalimentare, dall’allevatore, al contadino, al trasformatore, alla logistica, rivenditore al dettaglio, al distributore finanche alle autorità preposte alla regolamentazione del settore senza dimenticare il consumatore finale che hanno così accesso al record verificabile di dati immutabili  che disincentiva comportamenti fraudolenti.

Gli applicativi cloud di Food Trust rispetto all’ecosistema Agrifood

Food Trust sfrutta la Blockchain per indirizzare una serie di problematiche all’interno dell’ecosistema Agrifood. Problematiche che sono da ricercare nella necessità di tracciare la locazione e lo status di un prodotto a monte e a valle lungo la catena di approvvigionamento; garantire affidabilità e responsabilità con un accesso istantaneo a record e documenti digitalizzati; fornire accesso e aggregazione dei dati della supply chain per estendere la freschezza del prodotto, in altri termini, la durata ed infine, includere nuovi partner per espandere le funzionalità e diffondere nuovo valore lungo il sistema food tramite le APIs.

La Blockchain di IBM viene “servita” tramite IBM Cloud e garantisce la compatibilità con gli standard GS1 ampiamente utilizzati nel mondo dell’industria agroalimentare per i sistemi legati alla tracciabilità dei prodotti e per garantire allo stesso tempo livelli di interoperabilità tra i sistemi e tra le imprese.

La modalità di erogazione della IBM Food Trust è basata su tre diversi moduli a “canone”, in chiave SaaS (Software as a Service). Il primo modulo è quello base dedicato alle soluzioni di Data entry & access, a cui seguono quelle di Tracking. Ciò che fa è permettere alle imprese che operano e collaborano con le filiere del food di conferire dati in modo sicuro, veloce e trasparente. Inoltre, le imprese possono adottare un “food ecosystem” nel quale gestire il tracking delle materie prime e dei prodotti con una serie di vantaggi in termini di velocità di gestione delle informazioni e dei processi, riduzione delle inefficienze, riduzione degli sprechi, maggiore disponibilità e affidabilità di dati e informazioni. È importante considerare il valore dell’informazione che ciascun attore inserisce sulla Blockchain in ottica di auto-responsabilizzazione di ciascuno di essi.

Il secondo modulo si chiama Certification. Le imprese hanno a disposizione una soluzione che consente di gestire le attività di certificazione e di “identità” dei prodotti, con particolare attenzione a tutte quelle categorie di prodotto che devono essere accompagnate da una “carta d’identità” digitale indispensabile sia per fornire garanzie ai consumatori, sia per qualificare il “valore aggiunto” del prodotto lungo tutta la filiera. Con questa soluzione si velocizzano tutte le attività legate al certificate management.

L’ultimo modulo è il Fresh insight che fornisce una vista di business dei dati aggregati provenienti dalla Blockchain anche in real time, dalla filiera o dal mondo dell’IoT. È dedicato al prodotto fresco e al ripercorrere la catena del freddo. A breve verrà annunciata un’evoluzione di questo modulo e la possibilità di sfruttare app consumer per smartphone.

IBM Food Trust Journey e il processo di onboarding

Alcuni famosi brand sono già a bordo della piattaforma ma non sono gli unici ad averne intuito i vantaggi e i ritorni. La dimensione aziendale è un’invariante rispetto all’adozione di questa soluzione che è aperta a modelli di business molto diversi tra loro, dal valorizzare una private label di una grande distribuzione, a lavorare su un brand commerciale individuale, da logiche cooperative ad iniziative singole ecc. Fra le caratteristiche di Food Trust, una è legata alla pervasività e al coinvolgimento forte all’interno di ogni realtà aziendale che ne estende l’interesse a tutti i ruoli aziendali. Perché, come abbiamo accennato prima, lo scopo fondamentale risiede nell’implementare nuovi modelli di business.

Parlando della IBM Food Trust Journey, oggi sono oltre 200 i membri on board on the platform. Il processo di onboarding, che concerne il percorso di adozione della piattaforma in azienda parte dalla selezione dei moduli, dalla definizione degli scopi dell’iniziativa, per poi mettere insieme il team di lavoro, definire lo use case, tipicamente uno o due prodotti, e poi registrare le entità della filiera e come verranno gestire le informazioni. Il motto è: “think big, start small”. Si può partire dalla prospettiva di rafforzamento del brand, efficientamento della supply chain, contraffazione di un marchio, sostenibilità in termini etici ed ecologici. C’è comunque un elemento chiave in comune: come traduco questa iniziativa in valore per me e per il cliente? Consapevolezza, inclusione, fiducia per davvero sono tutti fattori importanti da considerare.

Guardando alla traccia indicativa dei costi base per la sottoscrizione software come SaaS, è possibile notare la segmentazione del licensing in tre fasce: small, medium e large. Le funzionalità di IBM Food Trust sono le stesse per ogni taglia, il principio è di un servizio cloud con i costi proporzionali al consumo, al volume di transazioni effettuate sulla piattaforma guidati dal fatturato dell’azienda. All’interno di ogni taglia, oltre al costo base è previsto l’utilizzo predefinito di un numero di API call sufficienti a gestire il carico del progetto confrontato con il volume di business gestito. Consigliamo un’analisi preliminare congiunta per comporre una proposta individuale cucita sulla specifica realtà ed esigenza. Alle componenti software, bisogna aggiungere i servizi di onboarding, il progetto tecnico che può essere seguito da IBM o da un business partner qualificato.

Carrefour rafforza la relazione di fiducia tra brand e consumatori

Carrefour ha avviato un progetto per tracciare la filiera spagnola del pollo Campero e il puré di patate istantaneo Mousline di Nestlé presente sugli scaffali dell’insegna francese. L’obiettivo era portare maggiore trasparenza alla catena di approvvigionamento alimentare e alla lavorazione dei prodotti. Il risultato è stato raggiunto raccontando al consumatore la storia completa della produzione, amplificando il valore delle caratteristiche e della qualità del prodotto sullo scaffale. Tramite un QR Code presente sulle confezioni, i clienti possono risalire alle tappe che hanno segnato la produzione, dal campo alla tavola.

Nestlé risale alla fonte per garantire la sicurezza degli ingredienti

Nestlé si è rivolta alla tecnologia Blockchain per garantire la sicurezza della propria catena di approvvigionamento, in particolare restringendo gli ingredienti che entrano nella purea e nei sacchetti di alimenti per bambini prodotti da Gerber.
Sulla scia della paura della salmonella che ha contaminato 7.000 tonnellate di latte in polvere per bambini e latte in polvere in Francia all’inizio del 2018, così come l’epidemia di E. Coli che ha colpito la lattuga negli Stati Uniti, la tracciabilità alimentare è diventata più importante che mai.
Nestlé ha iniziato a sperimentare la blockchain nell’autunno 2017, rintracciando la zucca in scatola Libby a ingrediente singolo dalle fattorie agli scaffali.

Walmart sceglie la tracciabilità end-to-end per evitare la contaminazione batterica

La Blockchain applicata al monitoraggio degli alimenti aiuta ad individuare la fonte di contaminazione degli alimenti e può contribuire a migliorare la sicurezza pubblica riducendo i tempi per il riconoscimento delle patologie.

E’ quello che è successo a Walmart, uno dei primi clienti di IBM Food Trust, partito da un’esigenza di sicurezza a causa di una contaminazione batterica di un lotto di produzione di insalata e che poi ha allargato il progetto all’intera supply chain. Dopo aver condotto un progetto pilota per dimostrare la tracciabilità immediata end-to-end, Walmart ha lanciato un’iniziativa per avere tutti i fornitori di verdure a foglia sulla Blockchain nell’arco di un anno. Walmart è stata in grado di ridurre il tempo di tracciamento da giorni a secondi.

Farmer Connect Platform sostiene i coffee lovers attenti alla sostenibilità

La collaborazione tra IBM e Farmer Connect si è posta l’obiettivo di creare un “filo diretto” tra le figure protagoniste della supply chain del caffé, come il produttore e il barista, colmando il divario tra l’inizio e la fine del complesso processo di trattamento dei chicchi caratterizzato da informazioni frammentate ed eterogenee. Farmer Connect ha deciso di fare leva sulla tecnologia IBM Blockchain per favorire la tracciabilità, l’efficienza e l’equità nella catena di approvvigionamento del caffè.

Al CES 2020 di Las Vegas, hanno annunciato la nuova applicazione “Thank My Farmer” per offrire agli appassionati di caffè l’opportunità di conoscerne la provenienza e la qualità, ma anche di sostenere l’agricoltore che ne ha coltivato i chicchi, in una prospettiva che permette di indirizzare in modo completo temi che impattano direttamente sulla sostenibilità della produzione. I consumatori possono costituire parte attiva nei progetti a favore della sostenibilità, supportando i coltivatori di caffè nei paesi in via di sviluppo.

Potete leggere il servizio più completo su Blockchain4innovation  Al CES l’app IBM e Farmer Connect per i coffee lovers attenti alla sostenibilità

Coop Italia con IBM per la tracciabilità delle uova

In Italia, IBM Food Trust conta decine di tavoli aperti su tutto il territorio. Oltre alla collaborazione con Coop Italia e Gruppo Grici, IBM conta diverse altre aziende italiane che producono olio, prodotti agricoli e prosciutto utilizzando proprio la piattaforma Food Trust.

La collaborazione tra Coop Italia e IBM riguarda l’applicazione della Blockchain alla produzione di uova a marchio Coop, dallo sviluppo commerciale dell’idea della startup francese Connecting food, mirata alla tracciabilità completa delle uova fresche biologiche della linea Coop Vivi Verde. La soluzione CoopChain consente di avere piena trasparenza e visibilità dei vari attori coinvolti nella filiera della produzione delle uova a marchio Coop, coinvolgendo complessivamente 2 milioni di galline per oltre 200 milioni di uova prodotte all’anno.

Scansionando il QR Code stampato sulla nuova confezione e digitando il codice specifico del lotto, il consumatore può scoprire la storia del prodotto e risalire dal punto vendita all’allevamento, al territorio da cui proviene l’uovo e all’incubatore da cui è nata la gallina. In questo modo i consumatori possono constatare che le uova sono state prodotte nel pieno rispetto dei requisiti di benessere animale, mai chiusi in gabbia, e senza l’uso di antibiotici, grazie anche alla certificazione di due organismi terzi indipendenti.

Potete leggere il servizio più completo su Blockchain4innovation Alleanza Coop-Ibm: ecco la blockchain per la tracciabilità delle uova

Il caso della pasta certificata del Gruppo Grigi

Gruppo Grigi è una società specializzata nel settore zootecnico, mangimistico e cerealicolo, che ha creato Food Italiae, una linea di prodotti alimentari italiani come farina, uova, birra e miele fortemente localizzati in Umbria. L’accordo con IBM vede come primo terreno di prova la certificazione e la tracciabilità, attraverso la tecnologia Blockchain, della pasta Aliveris, una pasta biologica che proviene da grano biologico 100% italiano con Germe di Soia Bio e trafilatura al bronzo, per poi essere esteso anche ad altri prodotti del gruppo umbro. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con un Business Partner IBM di Perugia, Sas Informatica, che si è occupato di mettere a disposizione della piattaforma i dati del prodotto e dell’intero processo di produzione.

Il progetto è consistito nel tracciare l’intera catena di approvvigionamento e di distribuzione, dall’origine delle sementi di grano duro biologico da colture controllate agli agricoltori selezionati, dalle caratteristiche dei luoghi di conservazione alle attività di trasporto fino al consumatore finale. Su ogni confezione di pasta è poi stato stampato un QR code scansionabile con uno smartphone che porta a pagine web del Gruppo Grigi con informazioni divise per fasi produttive, le date delle operazioni e così via.

I consumatori possono così reperire informazioni sulla storia del prodotto (quando il grano è stato seminato, raccolto, trasportato e trasformato in semina, fino alla produzione della pasta, impacchettata e venduta), ma solo chi autorizzato può aggiungere e controllare le informazioni, in base al proprio ruolo nella filiera. Ciò permette di assegnare in modo chiaro ed immutabile le responsabilità di quanto verrà inserito e di gestire qualunque evento in tempo reale in piena sicurezza. Lo scopo della piattaforma IBM Food Trust in campo alimentare, infatti, è quello di offrire la massima trasparenza e fiducia ai consumatori finali che, grazie a questo tipo di certificazione, potranno avere maggiori garanzie sulla qualità del prodotto che acquistano.

Immagine fornita da Shutterstock.

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