Intesa Sanpaolo e Unicredit testano la blockchain nel quadro di SWIFT gpi

Nell’ambito di SWIFT gpi, 22 banche, tra cui le italiane Intesa Sanpaolo e Unicredit, hanno aderito alla fase di testing per provare come blockchain possa aiutare a velocizzare le conciliazioni transfrontaliere

Pubblicato il 10 Lug 2017

swift

C’è anche la blockchain tra gli ambiti di sperimentazione all’interno dell’iniziativa Gpi (Global Payment Innovation) e al momento sono già 22 le banche che hanno scelto di aderire alla fase di test.
Lo ha reso noto SWIFT, spiegando che il test ha l’obiettivo di verificare se la tecnologia distributed ledger (DLT) possa essere uno strumento per effettuare in tempo reale le attività di riconciliazione dei conti nei pagamenti transfrontalieri e per migliorare il monitoraggio e la gestione dei conti nostri internazionali.

Tra i 22 Istituti di credito aderenti, due sono italiani, Intesa Sanpaolo e Unicredit, mentre tra i nomi troviamo realtà europee, come Deutsche Bank, Société Générale o RaboBank, statunitensi, come JPMorgan Chase Bank, cinesi, come China Minsheng Banking, giapponesi, come Sumitomo Mitsui Banking.

Come funziona la sperimentazione di blockchain per SWIFT gpi

Ciascuna di queste realtà lavorerà in modo indipendente rispetto alle altre e il risultato dei loro test fungerà da convalida della tecnologia sia in termini di performance, sia in termini di scalabilità.
Perché il testing sia efficace, è necessario che i tesorieri delle banche adattino i propri sistemi di tracciabilità e di position keeping: questo dovrebbe consentire di superare alcuni dei limiti attuali, che impediscono alle banche di monitorare la posizione dei loro conti in tempo reale, non potendo contare sulla disponibilità di reportistica infragiornaliera.

La fase di test è stata avviata a gennaio di quest’anno e si basa su una serie di regole che dovrebbero stabilire uno standard per la liquidità infragiornaliera. Pe rla sua definizione, SWIFT utilizza la tecnologia open-source Hyperledger, Fabric v1.0 unita ad alcuni dei suoi asset strategici, con l’obiettivo di garantire la massima privacy su tutte le informazioni relative ai conti nostro/vostro, visibili solo al titolare del conto e alla sua banca corrispondente.

Le 22 banche, invece, utilizzeranno una blockchain privata all’interno di un closed user group nel quale gli utenti hanno specifici profili e controlli stringenti sui dati, con una stretta disciplina sui privilegi e sull’accesso ai dati.

I risultati della fase di test verranno pubblicati nel mese di settembre.

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