Vantaggi e rischi dell’ICO: funding e project financing nell’epoca della Blockchain

Un contributo di Gianluca Guerra, Founder & Ceo di Virgilius Wealth sulle opportunità, sui rischi e sui possibili sviluppi legati alla diffusione delle Initial Coin Offering

Pubblicato il 09 Mar 2018

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Ospitiamo un contributo di Gianluca Guerra, Founder & Ceo della società di Wealth Advisory e Wealth Protection, Virgilius Wealth specializzata nella definizione di strategie di gestione sul patrimonio di famiglie e aziende.

Il contributo è indirizzato a chiarire le opportunità, i vantaggi e rischi delle Initial Coin Offering come nuovo canale di accesso al finanziamento potenzialmente per tutte le imprese e non solo per le startup in ambito Blockchain.

Il fenomeno ICO ha certamente catalizzato l’attenzione di addetti ai lavori e pubblico generalista per tutto il 2017 e non stenta a perdere il suo appeal nemmeno nel 2018.

Certamente tra i termini più ricercati sui motori di ricerca ed in grado di destare la massima curiosità, l’ICO o Initial Coin Offering, rappresenta un fenomeno di notevole importanza capace realmente di modificare la percezione e le attuali abitudini in ambito finanziario, con particolare riguardo al mondo del funding e del project financing in imprese, ed aziende.

Tuttavia, al netto dei clamori, per comprendere nel profondo il potenziale di questa innovazione va intimamente analizzata la natura, non semplice, delle tecnologie e dei costrutti filosofici che ne stanno alla base, Blockchain le cryptocurrency.

Le cryptocurrency di cui quotidianamente si sente parlare, e spesso sparlare, in ogni forma, siano essi bitcoin, ethereum, ripple, lite coin, ecc.. altro non sono che la “proiezione digitale e fungibile” di tecnologie sottostanti chiamate Blockchain. Questa tecnologia è in grado, attraverso l’utilizzo di algoritmi crittografici, fluttuanti su di una rete di nodi sparsi sulla rete Blockchain nel mondo, di validare blocchi di informazioni di varia natura ed importanza, mantenendo tracce crittografiche di ogni transazione, così da garantirne con precisione assoluta ed insindacabile, contenuto, provenienza, veridicità, destinazione, autori.

La Blockchain come nuovo paradigma per diversi ambiti applicativi

Seppur in maniera tecnicamente impropria, ma comprensibile, possiamo pertanto pensare alle criptovalute (e come vederemo in seguito lo stesso principio vale anche per i Token), come all’unità di misura delle varie applicazioni della Blockchain in diversi ambiti e per differenti obiettivi.

Ciò che tuttavia non pare sia stato ancora ben compreso dal grande pubblico è la potenza e l’importanza che una tecnologia di questo tipo, e le sue proiezioni, come sono appunto i coin, hanno ed avranno nel contesto sociale e di business nel quale viviamo.

Spesso si sente affermare, anche da importanti esponenti del mondo bancario, finanziario e dalle istituzioni che il “bitcoin non è correlato a nulla“, prendendo erroneamente ad esempio il dollaro che fino agli anni ‘70 aveva un valore direttamente correlato alle riserve auree statunitensi”. Queste affermazioni implicano che chi pensa alle cryptocurrency oggi le paragona o le ritiene una pura moneta di scambio, un mezzo per trasferire ricchezza. Questo è il grande “misunderstanding crittografico” di questi anni. Una incomprensione che nasce dalla difficoltà di valutare la numerosità di implicazioni di questa tecnologia, in tantissimi settori che possono essere letteralmente trasformati da questo nuovo paradigma concettuale.

Basti pensare ed esempio, al mondo della medicina dove la Blockchain permette di far viaggiare nella massima sicurezza, certezza e veridicità, dati  estremamente sensibili e di importanza vitale come il Dna di un individuo da un laboratorio all’altro o un set di cellule staminali da una banca ad una clinica al fine di salvare la vita ad un paziente. In ambito militare la Blockchain può portare certezza e affidabilità nella incorruttibilità di informazioni ed ordini in grado di prevenire un attentato o evitare un conflitto.

In ambito consumer dalla Blockchain possono arrivare prove certe dell’autenticità di un prodotto, o ancora in ambito finanziario, questo nuovo paradigma può rappresentare la soluzione a svariati problemi come la gestione di ritardi nei pagamenti ad esempio o la certezza di opportune garanzie prestate.

Ebbene, compresa l’importanza della tecnologia che ne sta alla base e delle sue proiezioni attraverso i coin, cerchiamo quindi di approcciare al meglio il fenomeno Initial Coin Offering (ICO).

ICO: self-financing o self-banking

Grazie a questa possibilità infatti qualunque impresa potrà sviluppare una propria strategia di finanziamento, funding e reperimento di risorse affinchè sia possibile sostenere e supportare l’interezza del proprio business o uno o più progetti per i quali si intende aprire a nuovi capitali esterni.

Questo concetto che potremmo definire “self-financing” o “self-banking” può apparire non immediatamente comprensibile se si pensa alla struttura del tessuto economico ed industriale italiano, basato sostanzialmente sull’impiego dei capitali dell’imprenditore e l’utilizzo del credito bancario, come fonti di finanziamento primarie per il business e l’impresa.

Risulta invece maggiormente confortevole per quelle economie dove esiste da più anni ed in maniera più sviluppata una vera economia di mercato basata sull’accesso ai capitali di investitori esterni e privati.

Non stupisce pertanto che per il momento questa opportunità di reperimento di capitali sia stata sfruttata da giovani compagnie o startup spesso statunitensi ed in fase più o meno avanzata al fine di raccogliere fondi dando accesso al pubblico ed a investitori al loro business attraverso l’emissione e la vendita di “token digitali”.

Una ICO alla portata di tutte le aziende

Perché l’ICO potrebbe essere un veicolo adottabile da “tutte” le aziende?

Per rispondere occorre considerare che il sistema finanziario tradizionale sta mutando profondamente. Il 2008 è stato l’anno che ha segnato l’innesco della crisi bancaria/finanziaria internazionale (ma è stato anche l’anno, per la precisione nell’ottobre 2008, in cui Satoshi Nakamoto ha pubblicato il white paper denominato Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System che descriveva la possibilità di una digital currency nella forma di bitcoin n.d.r.), una crisi che ha rappresentato la conclamazione delle problematiche di un sistema che esprime la necessità di forte cambiamento e che non può più vedere gli istituti di credito come fulcro centrale dell’economia reale.

L’affidamento totale specie in economie come quella italiana agli istituti di credito, rende l’azienda assolutamente dipendente, non solo dalle scelte di management e governance e dalle dinamiche di mercato, ma anche degli istituti stessi. L’impresa è soggetta a una serie di norme e regolamentazioni stringenti, troppo spesso non confacenti alla necessità di imprenditori che, per definizione intraprendono e creano assumendo per sé e per chi crede in loro una importante dose di rischio.

Negli ultimi anni, è pertanto frequente vedere imprese che, seppur dotate di eccellenti progetti, nuovi business in fase di lancio, idee in grado di rinnovare il modello, si trovano ingessate per problemi di merito creditizio, derivanti non dalla gestione corrente, ma da questioni ed errori afferenti la recente crisi internazionale che seppur tecnicamente terminata proietta ancora le sue ombre. E’ come se una spirale negativa macchiasse, come una sorta di “lettera scarlatta“, queste aziende e le impedisse di raggiungere quella prosperità che le ristrutturazioni avviate e i nuovi progetti permetterebbero di raggiungere

Quel che è peggio è che questo sistema di misurazione del merito di credito, dimostratosi in più occasioni per niente equo, condiziona non solo l’accesso al tradizionale credito bancario, ma a tutte le modalità di financing regolamentate, compreso persino l’accesso ai mercati finanziari e pertanto al capitale di rischio, che, per definizione non dovrebbe essere legato ad indici e algoritmi di rating, ma alla capacità, di chi investe su di una impresa, di fiutare un business e stimarne risultati futuri.

I vantaggi dell’Initial Coin Offering

La corretta comprensione dei sistemi di Initial Coin Offering consente, alle aziende alla ricerca di funding, l’opportunità di approcciare un canale efficiente per l’ottenimento di risorse finalizzate alla crescita ed all’investimento nei propri progetti. Un’opportunità certamente meno onerosa rispetto ed altre tipologie di funding di capitale di rischio. Basti pensare che i costi minimi di quotazione di una società, su mercati finanziari ristretti, o l’emissione di minibond, possono facilmente raggiungere diverse centinaia di migliaia di euro,  senza fornite alla società l’effettiva garanzia di un adeguato numero di scambi di titoli o bond con investitori terzi, in sostanza difatti, nella maggior parte dei casi una società media che si quota o emette minibond ha già effettuato, precedentemente alla quotazione di questi strumenti, accordi di raccolta di denaro, specie perché la regolamentazione proibisce a certe categorie di investitori non considerate qualificate o professionali, l’acquisto di questi asset. Pertanto ci si ritrova a sostenere costi importanti per la sola creazione di strumenti acquistabili da finanziatori con cui già si hanno accordi, lasciando in capo all’impresa o ai suoi advisor gli oneri di funding. Non si tratta quindi di un vero e proprio accesso libero ai mercati di capitali.

Dal lato investitori poi, la natura stessa della Blockchain, come visto alla base delle ICO consente di ottenere garanzie e certezza della transazioni, del rispetto delle regole e dei parametri dell’investimento, ben superiori alle garanzie ottenibili dalla “semplice” regolamentazione degli strumenti finanziari e delle norme che ne regolano le emissioni, grazie al principio per cui l’investimento in ICO è soggetto e principi e controlli matematici e non discrezionali legati alle scelte ad ai controlli umani.

Quali sono i rischi dell’Initial Coin Offering

Allo stato attuale si possono identificare tre macro tipologie di ICO.

  • Collateralizzate – Le ICO “collateralizzate” che prendono a prestito un termine puramente finanziario e che sono rappresentate dalle emissioni di Token da parte di aziende che necessitano di capitali per finanziare progetti reali, tangibili. Spesso si tratta di società che hanno già dimostrato di saper fare business, con una struttura ed un management, presenti sul mercato che ne sanciscono la credibilità.
  • Non Collateralizzate – Le ICO “non collateralizzate”, sono invece utilizzate da quelle società, (in molti casi si tratta di startup in fase di seed) che certamente presentano idee interessanti, ma non hanno uno storico, né esperienze tali da rappresentare delle chiare ed esplicite garanzie. In questi casi il processo di due diligence deve essere ancora più rigoroso ed approfondito. Va assolutamente precisato che alzare il livello di attenzione non significa che questi siano soggetti con intenzioni fraudolente, ma semplicemente non possiedono, al momento, uno storico ed un expertise palesemente dimostrabile, il che le colloca nella parte più rischiosa degli investimenti in capitale di rischio.
  • SCAM – La terza tipologia invece non classificabile nelle due precedenti, ma ben presente, da considerarsi invece come vere e proprie SCAM ossia truffe, è rappresentata da quelle operazioni appositamente pensate e congegnate in maniera fraudolenta, con l’obiettivo di sfruttare l’euforia e la scarsa conoscenza del mondo ICO, per veri e propri furti. Generalmente vengono proposti progetti dalle incredibili potenzialità, in grado, con un abile mix di fake marketing e il supporto della rete, specialmente del mondo social, di convincere ignari investitori di passaggio, weekend investors, come definiti dagli anglosassoni, ad investire in amenità assurde, per poi vedere la società emittente dei token su cui hanno confluito denaro sparire nel nulla dopo pochi mesi. Anche questo fenomeno tuttavia, pur nella sua assoluta disonestà è sinonimo di un settore nuovo, che attrae capitali grazie alle intuibili potenzialità dell’innovazione, che come accaduto in passato per la finanza e le truffe finanziarie dei primi anni ‘30, testimonia l’interesse dei risparmiatori e degli investitori.

Le incognite dell’ICO: per quale ragione è importante lavorare a questo scenario

In qualità di Ceo di Virgilius Wealth, ho la convinzione che, essendo noi una società di advisory puro, con una forte specializzazione in investimenti a carattere fortemente alternativo ed innovativo, sia necessario esplorare queste opportunità di investimento per gli investitori. Nello stesso tempo siamo parimenti convinti che è fondamentale comprendere il senso dell’assoluta rivoluzione che queste tecnologie stanno apportando sul lato “funding” a sostegno di progetti imprenditoriali e dell’economia reale, grazie al potenziale della rete, e grazie alle nuove frontiere tecnologiche legate alla crittografia, agli smart contracts e alla possibilità di trasformare in valore per le imprese le strade aperte da queste innovazioni.

Blockchain come driver assoluto

Riteniamo il fenomeno Blockchain un “driver assoluto”, al pari di quello che negli anni 2000 ha dato vita al più importante e fiorente settore industriale della storia, quello dell’information technology e della digital economy.

Naturalmente in questa fase siamo in un “completo Far West“, ci consideriamo “cowboy” che vivono e sperimentano quotidianamente il mercato. Non esistono libri, se non pochissimi, né corsi di studio; esiste solo la possibilità di mettere a frutto le proprie precedenti esperienze negli ambiti della finanza, della consulenza corporate da accostare alle capacità di esperti di tecnologia, di crittografia, di data analysis, di Big Data e di Data Science, tutti ambiti che devono essere applicati ed adattati alle necessità e ai paradigmi della Blockchain, delle crytpocurrency, delle ICO.

Mai come in questo settore la presenza di chi ha esperienza, sono necessarie per avvicinarsi in maniera serie e concreta a queste opportunità che troppo spesso appaiono alla portata di tutti, ma che in realtà nascondono insidie e necessitano più che mai di avere una view completa ed approfondita di molti elementi e competenze spesso apparentemente distanti tra loro.

ICO: quali aziende sono interessate al fenomeno?

Diversamente dall’opinione comune, che considera questo territorio appannaggio delle sole startup legate a progetti di tipo tecnologico, noi come Virgilius Wealth la pensiamo “in maniera contrarian”. Riteniamo che, mai come ora le società strutturate e già affermate abbiano risorse, e potenziale per comprendere e applicare la “Blockchain Revolution” e con essa le Initial Coin Offering.

Qualunque settore specie quelli tipicamente più rappresentativi del Made in Italy i cui prodotti necessitano di prove di autenticità, meccanismi di protezione del bene e certificazione della qualità produttiva, come il food, il fashion, oltre che quelli in cui la ricerca tecnologica, l’innovazione ed il trattamento di importanti e sensibili moli di dati, presentano un ruolo fondamentale, come ad esempio anche la medicina, la ricerca, la meccanica di precisione. Si tratta sempre di settori industriali per i quali sarebbe di incredibile aiuto l’infrastruttura della Blockchain e le sue caratteristiche già a livello “industriale” come tecnologie in grado di risolvere moltissimi problemi e rendere unici processi e prodotti anche attraverso la creazione di ICO per rendere accessibile ed efficiente un canale di funding enormemente funzionale se accostato alla qualità del marchio e dei prodotti che queste importanti aziende esprimono.

Blockchain ICO: quali servizi per quale approccio

Stiamo parlando di tecnologie di frontiera, che al momento nascono e prosperano nel Far West Digitale citato, impensabili pertanto da approcciare senza un processo rigoroso e ragionato e in assenza di esperienze e capacità professionali. Riteniamo fondamentale per le aziende dotarsi di Advisor Professionali che quotidianamente si dedichino allo studio ed all’implementazione, con esperienze pregresse maturate e che siano in grado di dar loro una visione chiara, mettendo le aziende nella condizione di valutare, al di fuori dell’euforia e dell’Hype del momento il valore aggiunto, nel caso esista, delle tecnologie in oggetto applicate ai loro business.

In seguito alla parte di analisi, le operazioni dovranno essere arrangiate, nel vero senso dell’attività, cosi come definita in ambito di consulenza. Per arrangment difatti si intendono quelle attività di ricerca, progettazione e coordinamento di differenti figure professionali e controparti allo scopo di raggiungere il risultato prefisso.

I soggetti coinvolti nell’applicazione professionale di queste tecnologie, sono diversi, con differenti skills, sul mercato ne sono apparsi tanti negli ultimi mesi, non sempre competenti e tutti coinvolti in ristrettissimi network. In sostanza ci si conosce tutti.
L’Advisory alle aziende serve pertanto per coinvolgere i giusti professionisti ed al momento giusto, riuscendo a valutare assieme all’imprenditore ed ai manager, il reale valore degli interventi proposti ed il ritorno potenziale degli investimenti.

In seguito, successivamente alla progettazione, alla scelta dei professionisti, all’analisi delle risorse necessarie, all’attività di arrangment ed alla realizzazione della ICO, esiste la necessità di affrontare la vera e propria parte relativa al funding, alla raccolta di investimenti.

Si passa pertanto in ambito prettamente finanziario con la necessità di collocare i token una volta creata la propria cryptocurrency e comprenderne bene le dinamiche di raccolta, la fase di pre-sales se prevista, l’immissione su di un mercato primario, la gestione del mercato secondario che si genererà dopo l’avvio della circolazione della propria criptovaluta.

Si dovranno governare processi e richieste da parte degli investitori, sarà necessario effettuare meeting ed incontri tecnici e finanziari reperire sponsor e lavorare alla parte di fund rising puro. Sarà necessario saper interpretare le problematiche legate alle speculazioni sui token specie se l’azienda emittente è una società nota, famosa ed appetibile e saper governare con opportuni professionisti l’eventuale introduzione di regolamentazioni e norme post emissione.

Che ruolo può svolgere oggi il Regolatore

Questa rappresenta un ulteriore delicato elemento del processo di comprensione, realizzazione, ed investimento relativo alle ICO. Come per il mondo delle cryptocurrency, siamo in fase di pressoché totale assenza di regolamentazione, pertanto la presenza di un Advisor in grado di attingere da esperienze pregresse, spesso plurigiurisdizionali, con esperti legali attenti all’evoluzione delle normative e delle regolamentazioni in divenire, rappresenta una componente imprescindibile.

Certamente, governi ed istituzioni stanno orientandosi sempre più verso una regolamentazione. Come Virgilius Wealth siamo convinti che questo processo non segnerà la fine dei fenomeni Blockchain, cryptocurrency e ICO, ma anzi vi sarà un’esplosione dello stesso, poiché aziende importanti, player di rilievo abbracceranno l’innovazione tecnologica più sicuri e consapevoli di regole precise e percorsi definiti.

Come per ogni rivoluzione, come accadde per i mercati finanziari negli anni 30, come per il fenomeno dell’e-commerce negli anni 2000, la comprensione porta opportunità e le opportunità investimenti, sia per chi possiede risorse da impiegare sia per chi chi necessita di risorse da allocare. Noi crediamo fortemente nel fenomeno e lavoriamo quotidianamente con una divisione dedicata allo studio ed all’applicazione delle Crypto-opportunità legate alla Blockchain alle currency ed alle ICO.

Gianluca Guerra è Founder & Ceo di Virgilius Wealth

Mail: gianluca.guerra@virgiliuswealth.com
Linkedinwww.linkedin.com/in/gianlucaguerra

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