IBM InterConnect 2017: fari puntati sulle Blockchain

Dal retail all’industria, dal finance alle utility, si susseguono gli annunci di Big Blue sul palco della convention che ha portato a Las Vegas 20mila sviluppatori IBM

Pubblicato il 21 Mar 2017

blockchain sicura

È stata annunciata durante l’apertura di IBM InterConnect 2017, la conferenza degli sviluppatori di Big Blue che si tiene a Las Vegas, la nuova versione di IBM Blockchain. Il servizio permette alle aziende di creare, gestire e monitorare registri distribuiti all’interno del cloud IBM. L’azienda di Armonk ha presentato il suo servizio Blockchain lo scorso febbraio e collabora attivamente con alcuni colossi del finance (in particolare, con diversi gruppi bancari canadesi) e del retail per assicurare sviluppi “da copertina” da mettere in produzione entro la fine dell’anno. Con Walmart, ad esempio, sta sviluppando un progetto sulla gestione dei richiami e la tracciabilità di filiera sui prodotti alimentari.

Blockchain for Hyperledger Fabric versione 1.0 è disponibile in versione beta all’interno di IBM Bluemix. Un’immagine certificata da IBM è scaricabile gratuitamente per attività di valutazione all’interno del Docker Hub di IBM Blockchain .

La Blockchain nel finance e nel retail

La tecnologia distributed ledger di IBM si avvale dei contributi open source del progetto Hyperledger, al quale Big

Blue contribuisce attivamente anche in termini di finanziamenti. È infatti, basata su Hyperledger Fabric versione 1.0, iniziativa “open” ospitata all’interno della Linux Foundation per creare un framework di classe enterprise utile a gestire i registri distribuiti. Il servizio di Big Blue permette agli sviluppatori di creare e ospitare network di Blockchain all’interno della nuvola pubblica IBM Cloud. Tra le aziende che già utilizzano il servizio nella versione precedente, start up come Everledger ma anche colossi dei servizi finanziari come Bank of Tokio. «IBM ha messo a frutto decenni di esperienza maturata nel gestire i sistemi transazionali di banche, linee aeree, amministrazioni pubbliche e retailer per sviluppare servizi Blockchain di classe aziendale altamente sicuri – ha commentato Marie Wieck, General Manager IBM Blockchain –. I nostri servizi si sviluppano attorno al nostro High Security Business Network. Molti pensano che la tecnologia Blockchain sia intrinsecamente sicura, anche se in realtà le reti Blockchain sono sicure solo se lo è l’infrastruttura su cui risiedono. HSBN offre un’infrastruttura Linux che integra funzionalità avanzate di sicurezza end-to-end, dall’hardware al software».

In aggiunta alla nuova versione del suo Blockchain-as-a-Service, IBM ha anche presentato la partnership con la canadese SecureKey Technologies, per creare una rete di condivisione di identità e attributi digitali. Le due stanno già testando una rete consumer per la condivisione delle digital identity che fa perno sulla tecnologia Blockchain, in collaborazione con alcuni gruppi bancari canadesi. Permetterà, una volta in produzione, di semplificare la condivisione dei digital ID. Se una persona vuole sottoscrivere il contratto per una nuova utenza o aprire un conto corrente, potrà farlo comodamente attraverso l’app mobile di una banca o di una utility e il merchant stesso creerà un nuovo account sul quale potrà facilmente verificare le credenziali e l’anagrafica del cliente sfruttando un registro distribuito.

Sempre nel corso della prima giornata della sua developer conference, Big Blue ha anche presentato un software di governance dei registri distribuiti e un nuovo strumento open source che automatizza i processi di sviluppo delle Blockchain basate su Hyperledger Fabric, comprimendoli da settimane a pochi giorni. Sarà possibile creare una rete di nodi, assegnare ruoli e livelli di visibilità diversi, gestire l’ammissione di nuovi membri della rete… il tutto da una console centralizzata, sulla base delle regole definite dai membri del network stesso.

Per facilitare ulteriormente il compito degli sviluppatori, IBM Blockchain include anche Fabric Composer, un set di strumenti che permette alle aziende di creare API (interfacce di programmazione) per la rapida integrazione delle reti Blockchain all’interno dei sistemi di gestione dei record in uso.

La Blockchain nelle utility

Big Blue sta anche testando le possibili applicazioni della tecnologia dei registri distribuiti nel settore delle utility e ha utilizzato la cornice privilegiata dell’evento di Las Vegas per ufficializzare l’accordo siglato con Energy-Blockchain Labs. La società, con sede a Pechino, nelle intenzioni del colosso dell’ICT dovrebbe fare da testa di ponte per riuscire a penetrare il mercato cinese delle aziende che si occupano di compravendita energetica. Le due stanno lavorando allo sviluppo di una piattaforma di gestione dei CER (Carbon Emission Reduction). Introdotti dalle nazioni che intendono raggiungere nei tempi previsti gli obiettivi del Protocollo di Kyoto in merito alla riduzione delle emissioni inquinanti, i CER possono essere scambiati all’interno di un mercato di libero scambio. Attribuiscono ad aziende ed enti la quota massima di energia proveniente da fonti non rinnovabili utilizzabile all’interno dei propri processi produttivi. «La nostra piattaforma – si è detto convinto Cao Yin, Chief Strategy Officer di Energy Blockchain Labsdarà un impulso decisivo al controllo delle emissioni di anidride carbonica, che è una questione annosa per la Cina. Il nostro paese, infatti, rappresenta la principale fonte di CO2 e si è assunta un impegno formale a ridurre sensibilmente l’impatto ambientale delle proprie attività industriali con la sottoscrizione, nel 2015, dell’Accordo di Parigi». Le due società hanno completato un POC (proof of concept) alla fine del 2016 e una versione beta della piattaforma di gestione dei CER sarà pronta, assicurano i rispettivi vertici, in maggio, con un’offerta commerciale prevista per la fine del 2017.

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