Ipsos: la blockchain è leva per lo sviluppo economico dell’Italia

Nel corso dell’evento Blockchain Business Revolution, IPSOS ha presentato i risultati di una indagine, condotta per Digital360 sulla conoscenza della blockchain degli italiani e delle imprese. Interessante la percezione del ruolo futuro di questa tecnologia

Pubblicato il 11 Apr 2019

Blockchain Business Revolution

Nel corso dell’evento Blockchain Business Revolution, organizzato dalle testate Blockchain4Innovation ed EconomyUP di Gruppo Digital360, dedicato all’utilizzo della blockchain in ambito business, di cui abbiamo scritto diffusamente in questo servizio, sono stati presentati i risultati di una ricerca condotta nelle scorse settimane da IPSOS per Digital360 dal titolo “Dalle cryptocurrency al Made in Italy: l’immagine e le potenzialità della blockchain”.
Una indagine condotta attraverso interviste (200 presso le imprese e 850 presso la popolazione) con l’obiettivo di misurare non solo il livello di conoscenza e di informazione, ma anche la percezione che della blockchain si ha, sia in termini si opportunità, sia in termini di criticità.

Buona, in generale, la conoscenza del tema

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Sul primo aspetto, quello legato al livello di conoscenza, i dati sono tutto sommato incoraggianti: nel mondo delle imprese ci troviamo infatti di fronte a un 54 per cento di realtà che sa di cosa si tratta quando si parla di blockchain e ben più della metà, il 54 per cento per la precisione, ha piena consapevolezza anche sul tema smart contract.
Più basso, comprensibilmente, il livello di conoscenza tra la popolazione, anche se tirando le somme dall’indagine emerge come il tema blockchain non sia così “esotico”: a fronte di un 62 per cento di italiani che risponde di non averne mai sentito parlare, più di un terzo dei rispondenti si dichiara a vario titolo informato, con addirittura un 11 per cento del panel che si definisce ben informato.

Ancora forte il legame con bitcoin, ma già si parla di sicurezza

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Desta poca sorpresa l’analisi demografica delle risposte: il livello di conoscenza è diffuso tra le fasce più giovani della popolazione, con un livello di istruzione più alto e con una maggiore disponibilità economica, così come, all’interno delle imprese, la conoscenza è maggiormente diffusa nei ruoli manageriali.
L’associazione della blockchain ai bitcoin sembra un po’ dura a morire; emerge infatti nel 41 per cento delle risposte, mentre c’è comunque un 37 per cento di rispondenti che già associa al termine le sue caratteristiche intrinseche: sicurezza, controllo, crittografia…

Sottolinea Andrea Alemanno, direttore ricerche in IPSOS: “Trasparenza, sicurezza, apertura e velocità sono le caratteristiche che gli italiani associano alla blockchain, così come si associano aspettative di riduzione dei costi. Tuttavia è innegabile la percezione della blockchain come tecnologia complessa, per la quale si trovano risposte numericamente analoghe sia nel panel delle imprese, sia in quello della popolazione”.

Fiducia sull’impatto della blockchain nelle proprie vite e sul futuro del Paese

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Dall’indagine, evidenza Alemanno, emergono due aspetti: da un lato sia nella popolazione (53%dei rispondenti) sia nelle imprese (72%)comincia a consolidarsi la convinzione che la blockchain sia importante per la propria vita, ma ancor di più “nel 79% delle imprese e nel 68% per cento della popolazione si è fatta largo la convinzione che la blockchain sia importante per lo sviluppo economico del Paese”.

Oggi tutela, domani filiera

Detto questo, quali sono gli ambiti nei quali la blockchain trova applicazione?
Date le premesse, anche qui non stupisce che le transazioni monetarie e finanziarie siano al primo posto sia nel panel delle imprese, sia in quello della popolazione. Le imprese, tuttavia, al secondo posto già parlano di gestione di supply chain, mentre al terzo posto indicano le opportunità di portare maggiore velocità e trasparenza nella pubblica amministrazione.

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Singolare poi un blocco di risposte, con percentuali tutte oscillanti tra il 30 e il 34 per cento, relative alla tracciabilità di filiera, all’anticontraffazione, ai brevetti e ai marchi, che di fatto fa ricondurre i benefici della blockchain a un concetto più esteso di tutela.
Di nuovo, se queste sono le premesse, non stupisce che in una prospettiva di due tre anni, tracciabilità, gestione documentale, gestione della supply chain siano gli ambiti nei quali il mondo delle imprese vede un maggiore utilizzo della blockchain.

Quali competenze per sostenere il cambiamento?

Perché questo si realizzi, servono naturalmente competenze, ed è il momento di riflettere su questo tema. E se un terzo delle imprese non ha ancora le idee chiare, il 68 per cento dei rispondenti ha già identificato alcuni aspetti considerati chiave: le competenze di tipo organizzativo vengono ben prima di quelle tecnologiche e informatiche. E questo va evidentemente di pari passo con una percezione strategica della blockchain.

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